Aimag e referendum: il Sindaco replica al Comitato

E' un bel dialogo tra sordi quello che si ricava dalla lettura prima della lettera aperta del Comitato acqua pubblica al Sindaco e poi dalla risposta di Alberto Bellelli, resa nota a metà pomeriggio. Il Comitato, nella soatanza, aveva chiesto al Sindaco due cose: un preciso impegno dei gruppi consiliari a tradurre nella realtà (cioè nella modifica del Regolamento comunale sui referendum) entro un mese, la mozione già approvata all’unanimità che estende il potere di autentica delle firme nelle consultazioni popolari anche ai consiglieri comunali; a non prendere decisioni sull’Aimag contrarie al quesito referendario, prima che il referendum stesso sia stato condotto in porto. A queste condizioni, il Comitato si impegnava a sospendere l’iter procedurale legato al referendum

Risposta del Sindaco. Se ritirate il referendum, visto che non si cambiano le regole in corsa (in questo caso con una pratica referendaria avviata), lui si impegna entro un mese a far approvare il Regolamento introducendo la possibilità per i consiglieri di raccogliere e autenticare le firme. Ma non può garantire di non compiere atti contrari al quesito referendario perché questo confligge con alcuni adempimenti cui il Comune deve sottostare per legge: la scadenza del patto di sindacato e l’obbligo imposto dal decreto Madia di motivare la scelta di continuare ad avere le azioni.

In sostanza, un passaggio del cerino acceso per il quale ciascuna delle parti in causa spinge l’altra a fare la prima mossa, il primo gesto di buona volontà.

La comunicazione del Sindaco entra anche nel merito del quesito referendario che, a suo dire, bloccherebbe gran parte delle azioni possibili per fare evolvere Aimag in relazione alle nuove sfide del mercato. Ma qui si torna al conflitto di opinioni sull’assetto dell’azienda, sulle preferenze per questo o quel partner. Il vero conflitto, al momento insanabile, è quello riassunto sopra.