Ambiente - Già visto per la plastica: i Cinesi non si prendono la nostra differenziata

Carta: la Cina non la vuole più

Carpi - Nel 2017 Ca.Re., la società partecipata di Aimag che tratta i rifiuti recuperabili, ne ha lavorato 14 mila e trecento tonnellate. Una montagna di carta e cartone che gli utenti dei Comuni del bacino Aimag hanno pazientemente suddiviso e inserito nei bidoni azzurri destinati a questa tipologia di rifiuto. Un rifiuto "buono" che può essere trattato, riciclato e riutilizzato in quella che ormai viene definitiva "economica circolare", quella che non spreca e fa bene all'ambiente. Peccato che nel nostro paese, l'economica circolare, non circoli abbastanza e addirittura produca effetti molto lontani dalle buone intenzioni. Quello della carta è un esempio: noi la separiamo e la inviamo al trattamento, ma solo tre quinti di quanto viene raccolto, dopo la necessaria selezione può essere effettivamente riutilizzato mentre il resto (e sono migliaia di tonnellate) deve essere smaltito negli inceneritori (dove sono ancora in funzione) oppure nelle discariche, come avviene in area Aimag. La carta buona, poi, viene stoccata e dovrebbe finire alle cartiere, ma non sempre è così. I Cinesi, che come per la plastica da riciclo erano in passato i nostri migliori clienti, oggi non lo sono più, hanno ridotto drasticamente le loro importazioni di materiali di scarto e fanno con quelli di casa loro. Risultato: i magazzini dei selettori di carta e di cartone si riempiono di balle e il prezzo della carta da riciclare è crollato sul mercato provocando qualche problema a chi contava di fare al tempo stesso un favore all'ambiente e magari anche un affare economico. E il solo riuso possibile resta quello della conversione in carta da imballaggio e cartone, sempre più richiesto dall'e-commerce.

 

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