Servizi - Ma la causa e soprattutto il poco personale

L'algoritmo implacabile che ordina le file in Posta e le allunga

CARPI – Non aprite quella porta, se potete; almeno cercate di farlo il lunedì mattina, ma anche il martedì, il venerdì e il sabato (sempre alla mattina) e il mercoledì, dalle 14,30 alle 16,30. “Quella porta” è la porta d’ingresso dell’ufficio postale di via XX Settembre, la Posta principale di Carpi. Secondo Poste Italiane sono quelli gli orari di maggior afflusso di pubblico, durante i quali i più si innervosiscono per le lunghe attese agli sportelli. Da quando poi presso, chiuso lo sportello “distribuzione inesitate” di piazzale della Meridiana, l’ufficio postale principale (ma anche alla succursale di via Dorando Pietri) effettuano anche il servizio di consegna delle raccomandate e delle assicurate che non si sono potute recapitare a domicilio, i tempi di attesa di sono ulteriormente allungati con scorno e proteste da parte degli utenti. Tutta colpa dell’algoritmo che regola l’accesso della gente ai singoli operatori di sportello, il quale tiene conto del numero dei presenti, suddivisi per diversa tipologia di servizio richiesto (a denaro, postale, di altra natura) e fa apparire (o non apparire) i relativi numeri di chiamata sui monitor presenti in sala suddividendo gli astanti fra gli sportellisti operativi. Le tipologie di servizio sono diverse, oltre a quella specifica per il ritiro delle inesitate, e c’è chi pensa che prendendo tre o quattro prenotazioni diverse, come alla lotteria, prima o poi sarà fortunato e uno dei suoi numeri verrà chiamato. Errore! Il terribile algoritmo calcola e ricalcola i tempi e i modi e alla fine c’è da aspettare di più per tutti. E poi naturalmente c’è quello che arriva allo sportello con il modulo sbagliato, che è da rifare; quello che arriva con il modulo giusto, ma che nel frattempo Poste Italiane ha cambiato, ed è da rifare; quello che si perde in chiacchiere col vicino e quando viene chiamato perde il turno; quello che se la potrebbe sbrigare in un secondo e che deve rimanere in attesa anche sino a 45 minuti prima di poter parlare con l’impiegato giusto e quello che deve fare i buoni postali fruttiferi e blocca la fila per un quarto d’ora. Insomma le casistiche sono delle più varie e non sempre la Posta ne ha colpa anche se ridurre il personale e spalmare il superlavoro su tutti gli altri non pare una strategia vincente, almeno sotto il profilo del gradimento dell’utenza media che, infatti, su internet si lascia andare ad apprezzamenti poco lusinghieri sull’ufficio PT carpigiano. Ma torniamo agli orari di maggior afflusso: se il lunedì è anche il primo del mese, il bollino rosso diventa nero e anche l’algoritmo va nei matti. La soluzione? La più intuitiva sarebbe quella di potenziare il personale allo sportello ma qui occorrerebbe fare i conti in tasca a Poste Italiane che è ormai un soggetto di diritto privato e i conti preferisce farseli da sé. Allora? Raggruppare le operazioni, utilizzare canali elettronici (anche se Poste Italiane ha procedure in continuo aggiornamento e di non facile applicazione), cercare i momenti della giornata e della settimana meno affollati, portare tanta, tanta pazienza. E se proprio proprio non se ne può fare a meno di andare in Posta, portarsi dietro un giornale, una amica o in iPhone con la carica completa, mettersi lì senza fretta e gustarsi il fresco dell’aria condizionata che, quello almeno, Poste Italiane l’offre gratis ai suoi clienti,

f.s. 

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