Partecipazioni all'anno zero

C’è voluta una legge dello Stato del 2015 (e un decreto legislativo attuativo del 2016 emendato nel giugno di quest’anno) per arrivare a mettere un poco d’ordine nelle partecipazioni degli enti locali e scoprire che anche a casa nostra, dove la trasparenza amministrativa non può certo dirsi sia arrivata l’altro ieri, esiste una pletora di posti in consigli di amministrazioni inutili o quasi.

Nelle scorse settimane, in particolare, i Comuni dell’Unione Terre d’Argine hanno messo mano alla razionalizzazione delle proprie partecipazioni dirette e, al contempo, a quelle indirettamente detenute tramite le partecipate dirette. Lasciamo perdere per un attivo aMo (agenzia della mobilità di Modena), Seta (la società dei trasporti pubblici consorziali di Modena e Reggio) e altre partecipazioni minori per dare un’occhiata alla “galassia Aimag”, cioè all’insieme di aziende che i Comuni dell’Unione detengono in via indiretta avendo la proprietà della maggioranza del capitale sociale della multiutility che ha sede legale a Mirandola ma di cui Carpi è socio di riferimento. Le sorprese, in questo campo, non mancano anche se, avendo Aimag da sempre pubblicato il suo bilancio consolidato, per gli addetti ai lavori molte sorprese non solo poi tali. Si scopre, leggendo i dati forniti dai Comuni in occasione di questa revisione delle partecipazioni imposta dalla legga cosiddetta “Madìa” , che ad Aimag fa capo un lungo elenco di partecipazioni dirette e indirette con un numero imponente di amministratori gettonati a profusione con il denaro in gran parte pubblico.