Un Regolamento sproporzionato all'utenza

La Giunta inaugura l'era dell'Archivio dei divieti e del rigore

A un certo punto, a scorrere l’articolo 21 del nuovo Regolamento dell’Archivio storico che il Consiglio comunale era stato chiamato ad approvare l’altra sera, veniva da chiedersi: ma che cosa sta succedendo nell’Istituto che conserva le carte della memoria cittadina, meta di numerosi studiosi, locali e non, italiani e stranieri? Se lo è chiesto in particolare la consigliera dei 5 Stelle, Monica Medici, che di quell’articolo ha voluto dare lettura davanti a tutti: agli utenti, c’è scritto, è rigorosamente vietato fumare in qualsia ambiente, utilizzare telefoni cellulari nei locali destinati al pubblico, consumarvi cibi e bevande, fare segni o sottolineature su libri e documenti chiesti in consultazione, danneggiare locali e arredi, parlare ad alta voce, introdursi senza appuntamento o specifica autorizzazione nei locali riservati al personale… Tutto talmente ovvio e scontato, con tanto di riferimento a misure di eventuale allontanamento dei disturbatori anche con l’aiuto delle forze dell’ordine, da giustificare la sensazione che la più appartata, silenziosa e discreta delle istituzioni culturali cittadine sia divenuta una tale cloaca, un luogo così degradato da richiedere un abbassamento della saracinesca e una barriera di rigori che pareva perfino diretta a scoraggiare gli studi storici, anziché a promuoverli, come dovrebbe essere nelle finalità di un archivio. Lo ha fatto notare la stessa consigliera penta stellata che si è riservata però il dulcis in fundo delle proibizioni fissate nel medesimo articolo, là dove è vietato, ha scandito, “…qualsiasi comportamento contrario alle norme del vivere civile”. Ma che cosa significa? ha chiesto. Chi stabilisce e come se un comportamento è civile oppure no? Conclusione di Monica Medici: neanche allo stadio si rende necessaria una serie di divieti simili.

 

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