Tenuto dal critico Bruno Fornara

Un corso sul cinema di guerra

Tre lezioni a Carpi e una proiezione a Soliera

Gli uomini sono animali che si portano dentro la passione di uccidersi tra loro. Se lo fanno in piccolo, individualmente, siamo nel noir. Se si ripetono, siamo nei film da serial killer. Se lo fanno alla grande, su scala più larga e con la benedizione del potere, allora siamo nei film di guerra. Dall'omerico Troy, fino alla guerra autodistruttiva di The Hurt Locker e a quella mediatica di Redacted, il fascino della battaglia, il dolore per i morti, la disperazione di chi è a casa, la condanna di chi spera nella pace hanno fatto presa su molti registi. E nei film corrono tante domande: perché ci si uccide in guerra, ci sono guerre giuste, cos'è l'eroismo, chi è il nemico, come si torna a casa dopo una guerra, come ci si prepara ad essere soldati... La guerra, al cinema, è spettacolo e tragedia, è commozione e disperazione, fango e medaglie, mito e massacro. Ha un potere rivelativo: ci dice chi siamo noi e chi abbiamo contro. Nella guerra eroica, tutto è visibile: lo scontro tra Achille ed Ettore è guardato, in piena luce, dalle mura di Troia. Nelle guerre della modernità, è il buio a dominare, è il non vedere, il morire oscuramente, l'essere presi in mezzo a un caos sensoriale come nello sbarco di Salvate il soldato Ryan. Il cinema sa penetrare il caos della guerra e metterci davanti al suo orrore...

 

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