Raccolti in “Questo cielo”

Un io lontano nei versi crepuscolari di Santina Neri

Carpi – Verrà presentata il prossimo sabato 30 aprile, alla libreria La Fenice (ore 18,45) la raccolta preziosa, accuratissima nella veste editoriale, nei dettagli e nell’impaginazione dei versi di Santina Neri (1924-2015), per anni docente di Lettere prima al liceo Manfredo Fanti e poi alla media Alberto Pio dove fu anche Preside, subentrando a Wanda Bonizzi. 

Generazioni di studenti carpigiani l’hanno dunque conosciuta in cattedra, come insegnante preparata, innamorata della propria professione e capace di motivare i ragazzi allo studio, stimolandone soprattutto la curiosità per la lettura e l’approfondimento. Tanti la ricordano così, il volto sorridente e incorniciato dai capelli biondi che, insieme alla statura e al portamento eretto, erano il suo primo tratto distintivo. 

Pochi, tuttavia, erano a conoscenza della passione di Santina Neri per la poesia, che ha coltivata in segreto per tutta la vita, affidando ai versi sensazioni e pensieri. 

Ora una selezione delle sue composizioni poetiche appare, per volontà di figli e nipoti, in “Questo cielo” (Edizioni Ulivo 2016, 72 pagine, 12 euro), elegante volumetto che si avvale del saggio introduttivo “Le stagioni di Santina Neri” scritto da Massimo Daviddi.

E’ qui che si legge di una poetica nella quale le stagioni della vita e gli accadimenti che la costellano sembrano scaturire “da un’estensione corporale, dei sensi e della parola, quasi infinita”. Sono versi che parlano di distacchi e sofferenze, di amore coniugale, di affetti e amicizie. E nei quali l’autunno e il tramonto compaiono come ricorrente metafora della vita che si avvia verso la pace ultima: “Lascia che il tempo segni il tuo volto/e lo solchi come l’aratro/la terra d’autunno./Lascia che i tuoi figli vadano lontano/come uccelli migranti/verso inusitati lidi/.Verrà/ la neve e ti porterà/quiete senza fine”.

Ordinate in quattro sezioni dove si richiamano per uniformità di temi, ma più ancora per stati d’animo e sensazioni, le poesie di Santina Neri sono davvero l’espressione di “Un io lontano”, come recita il titolo di una di esse, che si palesa con estremo pudore nei toni crepuscolari della raccolta nella quale non è difficile cogliere echi leopardiani e costrutti pascoliani.

Alla presentazione interverrà Massimo Daviddi, mentre Paola Guerra darà lettura di alcuni dei componimenti poetici.

Nelle foto, Santina Neri. La copertina del volume che verrà presentato il 30 aprile, alle 18,45, alla libreria La Fenice da Massimo Daviddi, con letture di Paola Guerra

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