“Com’era meglio la mia Carpi”
Il filo conduttore: un progressivo declino anche politico, dai grandi sindaci Losi e Campedelli padre alla generazione dei Kalinka Boys al potere negli anni Duemila.
Non è facile scrivere dei tempi in cui si sta vivendo e dei quali si è stati in qualche modo protagonisti. Non è facile scriverci su dei libri, s’intende. Perché i libri esigono distacco, approfondimento, capacità di scostare i fatti caldi della cronaca, per arrivare al senso della storia. Con il suo “Carpigrad. Dal buon governo ai Kalinka Boys: i dolori del compagno Werther” (Modena 2017, 232 pagine, 15 euro), Werther Cigarini ci prova con indubbio coraggio e senza reticenza alcuna, mettendosi al riparo fin dall’Introduzione da due prevedibili obiezioni.
La prima è quella di non aver scritto un libro di storia, appunto, ammettendo che il suo è soprattutto un pamphlet, il racconto di un quarantennio circa di vita politico amministrativa carpigiana, dalla metà degli anni Settanta a oggi, in una versione “parziale”. Dove la “parte” è ovviamente la sua, quella di un amministratore e dirigente dell’ex Pci in odore di un moderatismo riformista che gli fruttò l’etichetta di “migliorista”, espressione dell’ala di destra del suo partito.