Filiberti rispolvera la nostalgia della città gaudente e sprecona

Va da sé che ritrovarsi autori, con tanto di firma, di una  presentazione mai scritta, assemblata pescando frasi da un precedente  articolo, inventata in alcuni passaggi e per di più con la ciliegina  di un errore sesquipedale (“giansenetica” invece di “giansenistica”)  non dispone al meglio chi si accinge a recensire un libro.  Il lettore vorrà dunque tener conto di questa piccola premessa  personale, facendo un po’ la tara ai toni che seguiranno nel parlare  de “I migliori anni della nostra vita” (Reggiolo 2018, 143 pagine,  senza prezzo di copertina), ultima fatica letteraria di Gigi Filiberti.  

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