A Ferrara “Arte e Psiche. Tra Previati e Boccioni”

Specchiarsi negli stati d’animo

Straordinario successo di pubblico per una esposizione che pone il visitatore davanti a sé stesso. Facendolo riflettere in ritratti e situazioni magistralmente riprodotti dagli artisti. Dai pittori descrittivi dell’Ottocento ai rappresentanti delle avanga

Chissà che cosa sta pensando, nella fissità della tela su cui è magistralmente impressa, Santina Negri, ritratta nel 1889 da Giuseppe Pellizza da Volpedo. Quello che pensava lui, l’artista, il famoso pittore del “Quarto stato”, morto suicida nel 1907, lo sappiamo: “Dal ritorno da Parigi, colpito dalla morte di una sorella volli ricordare il mio dolore con una mezza figura intitolata appunto Il Ricordo di un dolore”. E che cosa passa per la mente del visitatore, quale stato d’animo lo avvinghia e lo stordisce, nel sostare di fronte a questa tela, nella semioscurità delle sale iniziali della rassegna “Stati d’animo.

 

Arte e psiche tra Previati e Boccioni” attualmente allestita nella cinquecentesca cornice di Palazzo dei Diamanti di Ferrara fino al prossimo 10 giugno? Ognuno avrà la propria risposta, una, cento, mille, tante quanti i visitatori perché le opere d’arte esposte nella visitatissima mostra ferrarese sono lì apposta per raffigurare e per suscitare stati d’animo che sono sempre diversi secondo coloro che si pongono di fronte all’opera d’arte. Certo, il periodo storico ed artistico preso in esame dalla rassegna esalta la ricerca interiore perché si pone a cavallo di due secoli ed esplora la fine di un patriottico sentire (che è pure un sentimento, uno stato d’animo, appunto) che era coralità, colore e tumulto anche rivoluzionario, quello del Risorgimento nazionale, per traghettare la società (attraverso la spensieratezza disperata della Bella Epoque) verso gli orrori devastanti della moderna guerra mondiale, quella che con i gas, l’aeroplano, i carri armati ed i reticolati spezzerà il sogno romantico di un mondo che si appoggiava sui sentimenti più che sulle macchine. Dalla pittura descrittiva dell’Ottocento scaturisce l’arte di uno dei pittori emblematici della mostra ferrarese: Gaetano Previati, nativo di Ferrara ed esponente della Scapigliatura, prima, e del Divisionismo nazionale, poi.

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