Mali di stagione più gravi senza la rete parentale

Il problema per chi lavora e non ha nonni cui lasciare i bambini raffreddati

“Sol che finisca questo inverno”. E’ il commento sconsolato dei genitori all’uscita dell’asilo dopo aver constatato, per l’ennesima volta, che i figli dopo una giornata in “comunità” hanno sviluppato un’altra forma di raffreddore, tosse o laringite.

 

Gennaio e febbraio, si sa, sono i mesi peggiori per questi tipi di virus, senza contare il picco dell’influenza stagionale, ma per chi ha figli piccoli in età prescolare possono trasformarsi in un periodo da incubo. La media è una malattia virale ogni 15 giorni (per i più fortunati una volta al mese) che spesso per i bimbi si risolve in pochi giorni senza lasciare particolari strascichi ma soltanto qualche notte insonne a colpa della tosse, tanti aerosol davanti alla tv e cucchiaiate di sciroppi fluidificanti, rigorosamente naturali. Se però insorgono complicazioni tipo otiti, tonsilliti, bronchiti, i tempi di guarigione si dilatano, con conseguenti disagi per le famiglie che, spesso, non sanno a chi lasciare i figli nei giorni di assenza dall’asilo. Senza considerare che spesso i piccoli “untori” contagiano anche gli altri componenti della famiglia (in particolare le madri) in una spirale infinita che darà un po’ di tregua soltanto nei mesi primaverili, sempre che non si prendano qualche malattia esantematica. 

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€
Abbonati