Con l’entrata in vigore delle norme europee

E ora le vedono tutti le carenze di personale

Carpi – E’ entrata in vigore mercoledì 25 novembre la nuova normativa europea che impone di porre fine agli orari non stop del personale nelle corsie degli ospedali. Per i medici il nuovo orario settimanale europeo fissa un tetto massimo di 48 ore di lavoro, inclusa la reperibilità, e il turno più lungo che si potrà richiedere non dovrà andare oltre le 13 ore, con congruo orario di riposo, non inferiore alle 11 ore. Il Governo italiano, a corto di mezzi per attuare il piano di assunzioni necessario a permettere turnazioni più ragionevoli, aveva già ottenuto la proroga di un anno nel 2014: in caso contrario si sarebbe verificato il blocco di tutte le attività ospedaliere. Chiederne un’altra significherebbe però incorrere nelle sanzioni dell’Unione. E non si tratta solo dei medici. La normativa europea contro i turni massacranti riguarda tutto il personale dipendente di Ausl e ospedali, quindi anche gli infermieri. Perché se si è calcolato che per riempire i vuoti in organico mancano 3 mila 500 medici, il “buco” per quanto riguarda gli infermieri sale addirittura a ventimila. 

E’ per questo – e per evitare appunto le sanzioni – che il Governo sta valutando un piano straordinario di assunzioni che, solo per i medici, costerebbe sui 4/500 milioni di euro che si pensa di reperire attraverso le nuove norme contro le cause sanitarie che stanno per essere inserite nella legge di stabilità. Si confida infatti che, raffreddando un po’ il contenzioso medico-pazienti, si possa ridimensionare  anche quella medicina difensiva e prudenziale che si traduce in un enorme spreco di farmaci prescritti.

Il dramma sta nei tempi: una normativa può partire dall’oggi al domani, un piano di assunzioni richiede una tempistica più graduale. Nel frattempo, servizi essenziali, se si applicassero alla lettera le nuove regole, dovrebbero essere interrotti. 

Va detto che a Carpi il problema dei turni massacranti era già stato denunciato dal personale infermieristico del reparto di Medicina seconda con una lettera a Voce del 5 giugno scorso. Fra i mille distinguo prudenziali dei sindacati, il solo effetto fu quello di isolare l’estensore materiale della lettera, finito sotto inchiesta disciplinare, mentre una caposala si ergeva a stigmatizzare la denuncia pubblica in nome dell’efficienza e del buon clima interno del reparto. Poi a muoversi è stata l’Anaao provinciale, a fronte di una nuova inchiesta disciplinare a carico di un medico di Baggiovara che aveva richiamato l’attenzione sul problema. Ora che il coro si è alzato e l’Europa fa sentire il proprio peso, perfino le organizzazioni sindacali scendono in campo, parlando di un organico di infermieri e Oss al Ramazzini sottodimensionato per 40 unità, di turni coperti con straordinari, di montagne di ore di ferie non godute. Quando si dice la lungimiranza.

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€
Abbonati