Dibattiti

Concorso sulle porte: buone idee ma poi servono risorse e coraggio

di Gaetano Zanoli, ingegnere e architetto

 

Tradizionalmente, i concorsi di architettura nella storia contemporanea di Carpi non hanno mai avuto molta fortuna.  Ricordo quello sul polo di servizi di via Don Sturzo (negozio nord della Coop), che partorì il più anonimo degli interventi possibili, ulteriormente abbrutito a causa del  decadimento manutentivo negli anni a seguire.  Ricordo anche il concorsone sul Campo di Concentramento di Fossoli, in cui venne  premiato il progetto più reboante, pieno di simboli e monumenti inutili e perciò anche più costoso e meno realizzabile, relegando al secondo posto un più accessibile e fine progetto di sistemazione delle tracce storiche nel verde. E infatti non se ne fece niente.

 

Ora l'iniziativa dell'assessore Morelli – lodevole seppure forse invertita nelle priorità, rispetto a piazza Martiri ancora una volta lasciata al palo – scodella alcuni progetti che meritano più attenzione di quella che l'opinione pubblica carpigiana finora le ha dedicato: non tantissimi, per la verità, solo 18 in tutto, a fronte della “fame “ di architettura da parte di tanti giovani laureati e scarsamente occupati. La mostra, allestita in fondo al  museo di palazzo Pio, esibisce infatti 9 progetti per Barriera Fanti, 5 per Porta Modena, e 4 per Porta Mantova.

 

Se escludiamo una buona parte di proposte appiattita sui classici elementi del mero arredo urbano, rinunciatari nella mancata espressione di modifiche strutturali e viabilistiche, e almeno due progetti in cui l'architettura abdica fin troppo presto per lasciare posto agli alberi - “La porta verde” e “Port(ic)a(to)” -, le proposte di notevole interesse restano almeno quattro e su di esse concordo abbastanza con l’operato della Commissione esaminatrice.

 

Le due proposte che in assoluto mi hanno più impressionato, ma di segno opposto l’una rispetto all’altra, sono entrambe riferite a Porta Mantova, cioè la porta che già in partenza si presta forse più delle altre a progetti di ampio respiro, sebbene curiosamente più snobbata dai concorrenti:

  1. “Attraverso la porta” con una rotonda carrabile che – se a prima vista provoca un istantaneo pregiudizio proprio per l’impiego di un elemento tipico del vocabolario viabilistico – al suo interno nasconde a ben vedere un concetto molto forte ed accattivante, con uno spazio ipogeo circolare che riesce ad unire spettacolarità a simbologie ed a corretti utilizzi e percorsi. In una parola, forte impatto.
  2. “Infra castro locus qui dicitur Carpi” , che punta invece su una più prevedibile zona pedonale, interpretata tuttavia con grande sapienza e riferimenti colti, ripristinando solo una “idea” di porta in un contesto molto vivibile ed elegantemente arredato e pavimentato,  presupponendo però una interruzione della viabilità automobilistica fra i viali di contorno.

 

 

 

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