Ok alla soluzione sulla Provinciale per Correggio, ma restano altri problemi

La variante della piovra e i nodi della viabilità

Il consigliere Giorgio Verrini (Carpi Futura) l’ha chiesto nel corso della seduta del 30 marzo scorso. Ma chissà se verrà mai deciso di dedicare un intero Consiglio comunale ad alcuni nodi irrisolti della viabilità extraurbana di Carpi. Eppure, si poteva cogliere una impazienza traversale, l’altra sera, nel tranquillo dibattito che ha preceduto l’approvazione definitiva della cosiddetta “variante della piovra”: definizione, questa, legata all’aspetto tentacolare assunto dalla soluzione adottata per bypassare le due pericolose curve sulla Provinciale 468 per Correggio che separano da sempre i due tratti rettilinei. Il ripresentarsi – finalmente per l’ultima volta, essendo state approvate tanto la variante quanto l’apposizione dei vincoli che permetteranno alcuni espropri – del piano per la Provinciale Correggio ha infatti ricordato a tutti i consiglieri i secoli trascorsi dal primo profilarsi di questo problema (“Io portavo i calzoni corti e D’Orazi aveva ancora i capelli”, ha chiosato l’assessore Simone Tosi, sconfinando sul personale). E come il riassetto della Statale Romana Nord verso Novi, il raddoppio del ponte dell’Uccellino con rotatoria sul Canaletto compaiano da sempre agli orizzonti delle Terre d’Argine, senza che si arrivi mai a una. Per non parlare dell’esausto collegamento con Modena della Romana Sud. Temi, questi, sui quali il consigliere Roberto Benatti, di Forza Italia, in virtù della propria carica anche di consigliere provinciale (tutte le strade portano infatti alle competenze della Provincia), ha ripreso una polemica che a Modena lo ha messo ai ferri corti con il presidente dell’Amministrazione provinciale, Gian Carlo Muzzarelli e che si potrebbero raccogliere intorno a un concetto: la Provincia di Muzzarelli (ma anche quella di Emilio Sabattini, con l’ineffabile assessore Egidio Pagani da Fiorano) in fatto di investimenti sulla viabilità è afflitta da una specie di strabismo che la porta a guardare più a sud che a nord, più alla zona delle ceramiche che alle Terre d’Argine e all’Area Nord, afflitte tuttora da una viabilità da immediato dopoguerra, mentre al di là della via Emilia si progettano bretelle e bretelline, pedemontane e collegamenti vari. Se poi si guarda alla sola Carpi, ha chiosato Benatti, perfino le opere che il Piano provinciale della viabilità prevede per le Terre d’Argine emarginano la città, cadendo rispettivamente in Comune di Novi (il consolidamento della Romana Nord) e di Soliera (l’alternativa alla Romana Sud tra l’Appalto e il Canaletto, tramite il Ponte dell’Uccellino). Niente rotatoria, dunque, sulla tangenziale all’altezza dell’incrocio con la via Mare. E sparito dal piano degli investimenti anche il ricordo del prolungamento di via dell’Industria verso l’area autotrasportatori. Per i 5 Stelle, poi, il consigliere Eros Gaddi ha evocato una viabilità fondata sulla bicicletta alternativa a riforme delle strade che finiscono solo per incentivare il traffico automobilistico. Ma è stato il consigliere Verrini a toccare un tasto molto delicato e strategico, lo stesso sul quale il predecessore del Sindaco attuale, ovvero Enrico Campedelli, era arrivato a prefigurare una richiesta di annessione alla Provincia di Reggio e la scissione da Modena: il mancato raccordo della viabilità di Carpi, all’altezza di Migliarina, con la dorsale voluta dall’Amministrazione provinciale confinante e che da Reggio Emilia si spinge fino a Guastalla, collegando fra loro tutte le zone industriali della pianura reggiana.

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