Hanno preso finalmente il via in questi giorni i lavori di risistemazione dei Giardini del Teatro, altrimentai noti ai Carpigiani come Giardini pubblici. Giardini, appunto, non parchi urbani o generiche aree verdi. Per dire che nella memoria cittadina quello spazio è legato all’idea del giardino costruito artificialmente, di un verde decorativo basato su una accurata selezione delle essenze arboree e dei cespugli, sulla loro disposizione, sul disegno dei percorsi interni e sulla scelta degli arredi. Così almeno si pensò, quando nel 1859 venne sistemata l’area circostante il Teatro comunale in costruzione, in buona parte occupata fino a quel momento dall’orto di palazzo Scacchetti (l’attuale Municipio).
A progettare il giardino venne chiamato un botanico viennese, Carolus Susan, che lo modellò secondo i crismi del giardino romantico, ispirandosi al recupero del rapporto con la natura, con boschetti, cespugli, tempietto e statue fra i percorsi sinuosi dei vialetti. Per poter meglio curare le piante, fu ricavata anche una serra, sul retro di palazzo Scacchetti.