Le ragioni del referendum

Hanno consegnato al Comune 2 mila 866 firme autenticate, 756 più di quelle necessarie per indire il Referendum consultivo sulla richiesta che la parte pubblica di Aimag, rappresentata dai Comuni detentori del 65 per cento, non ceda quote azionarie, né in direzione di Hera, il che prefigurerebbe una fusione, ma neppure in direzione di altre società, mettendo in ogni caso a rischio il controllo pubblico della multiutility.

E ora, ha precisato Roberto Galantini, portavoce del Comitato acqua pubblica, nella conferenza stampa di questa mattina (hanno partecipato anche i rappresentanti di 5 Stelle, Carpi Futura e Sel), il Comune procederà alla validazione delle firme che richiederà dieci/quindici giorni, dopo di che il Referendum potrà essere indetto nel volgere di due mesi.

Dunque, considerando l’estate e sempre che non vada a intrecciarsi con l’eventuale voto politico anticipato, la consultazione non potrà avvenire prima del mese di settembre. Possibilità di sospensione del Referendum? gli è stato chiesto. Solo a una condizione, ha risposto Galantini: che dai Sindaci soci di Aimag arrivi un definitivo pronunciamento sulla loro intenzione di non vendere quote azionarie. Non solo a Hera, bersaglio primario della consultazione, ma a chichessia.

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