Sagra Rovereto: irata e polemica replica di don Zuarri al Comune

Il Comune ha dato per scontato un accordo che ancora non c'era. Così facendo ha scaricato sul parroco e su un Comitato costituito da volontari che lavorano gratuitamente per la Sagra una patata bollente che avrebbe invece dovuto risolvere l'Amministrazione con Amministratori e addetti agli uffici pagati anche per questo.
E' il senso della replica di don Andrea Zuarri, parroco di Rovereto, al comunicato con il quale l'Amministrazione comunale di Novi lo aveva di fatto accusato di un voltafaccia sul tema della sistemazione delle giostre all'interno della manifestazione, precisamente negli spazi attigui alla chiesa parrocchiale, dunque nel cuore stesso della Sagra. Una opzione recepita dal parroco e dal Comitato, stando alla nota comunale; per niente, invece, secondo il sacerdote che aveva proposto la soluzione dell'occupazione della strada provinciale, ritenuta invece impraticabile dalla Giunta in base al parere della responsabile della Polizia Municipale, Paola Sivieri.

Se la lingua italiana ha un senso, l'impegno da parte sua e del Comitato di valutare alcune zone all'interno degli spazi privati della parrocchia per far posizionare alcune attrazioni come da proposta dei giostrai non poteva essere confuso con un accordo già fatto, spiega polemicamente don Zuarri. Che continua: «Quello che è avvenuto suona circa così: il Comune se ne lava le mani (e la coscienza) convocando una riunione il 23 di Giugno (quando la preparazione della sagra è iniziata già da 5 mesi), scarica il problema sulla parrocchia e sul comitato (tutti volontari non pagati, a differenza degli assessori e degli altri membri dell’amministrazione presenti), e se gli “incaricati” non riescono a risolvere il problema si mette al muro il prete! Semplice, lineare, limpido e cristallino!»
Il sacerdote così prosegue: «Facciano pure. Io continuerò a cercare di fare tutto ciò che mi è possibile per far tornare le giostre, ma credo anche che, prima di questo, ci siano problemi più gravi. È una questione di priorità. Sono contento che tra noi ci sia gente che ha “solo” questo problema, perché significa che sta bene e non ha cose più gravi da risolvere: buon per loro!». Ma venendo al merito della contesa, don Zuarri spiega che il motivo per il quale l'ipotesi delle giostre dentro gli spazi della parrocchia non è andata in porto sta tutto nel fatto che quegli spazi erano già stati assegnati ad altre attività. «Abbiamo valutato come da accordi – riprende il sacerdote – e siamo giunti alla determinazione che non fosse possibile. E siccome noi non siamo come l’amministrazione, abbiamo subito rilanciato con una proposta alternativa, prova del nostro desiderio di far arrivare le giostre. Proposta rigettata senza proposte alternative».
 
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