Tutti a maledirli, i Cinesi di qui: ma tutti a commissionare loro il lavoro di filiera, purché permetta poi di mantenere margini discreti sul prodotto finito. Ma perché questo sia possibile, occorre comprimere al massimo i costi della subfornitura, anche dando lavoro a laboratori irregolari, dove lavora gente in nero, addirittura priva di documenti e con salari da fame. Praticamente dei fantasmi. E’ questa la morale che si ricava dalla notizia del giorno con la quale aprono sia il Carlino che la Gazzetta di oggi: un laboratorio scoperto a Cibeno dalla Guardia di Finanza dove lavoravano nove addetti, tutti clandestini senza permesso di soggiorno, senza documenti di riconoscimento e privi di qualunque contratto. Con il loro datore di lavoro – non nuovo a vicende legate alla tratta dei clandestini –che faceva così ottimi affari, ricevendo commesse dalle aziende del distretto carpigiano della moda. Gli uomini della Guardia di Finanza sono arrivati al laboratorio seguendo un loro percorso di indagine e hanno denunciato il titolare per sfruttamento dell’immigrazione clandestina e per aver occupato lavoratori senza permesso di soggiorno, favorendone la presenza sul territorio nazionale. Denunciati anche i nove operai per violazione del testo unico della legge sull’immigrazione. L’assenza di contratti di lavoro riscontrata dalle Fiamme Gialle ha poi portato a comminare una sanzione di 32 mila 400 euro, sempre al titolare, mentre l’Ispettorato del Lavoro ha accolto la richiesta della Guardia di Finanza di porre i sigilli all’attivit (foto di repertorio).
