Presentato lo studio preliminare per un Osservatorio di contrasto alla criminalità

Mafia: c’è ma non si vuol vedere

Un sondaggio su 402 persone per scoprire che la percezione delle infiltrazioni mafiose nel territorio dell’Unione è molto inferiore ai timori legati a disoccupazione e crisi economica

Da un lato la constatazione che la criminalità organizzata ha attecchito in Emilia, e soprattutto nelle province di Modena e Reggio, senza aggiungere nulla a quel che già si sapeva in virtù degli studi e del lavoro di ricerca di Enzo Ciconte. Dall’altra parte la presa d’atto che il fenomeno mafioso, per come è percepito dai cittadini dell’Unione Terre d’Argine (402 intervistati su 105 mila abitanti: un campione dello 0,38 per cento definito “rappresentativo della popolazione di riferimento”…), non è proprio in cima alle loro preoccupazioni, fra le quali prevale nettamente la paura della disoccupazione. A questo secondo risultato, poi, si arriva attraverso un sondaggio affidato alla Demetra – la stessa agenzia di Mestre scelta dal Pd di Carpi per il sondaggio in corso in questi giorni – che punta sì a valutare come i residenti e le imprese dell’Unione avvertano la presenza mafiosa sul territorio, ma che pare altrettanto interessato a capire, finché c’è, il loro giudizio sulle amministrazioni locali.   

 

L’INCONTRO DEL 15 GIUGNO

È l’impressione che abbiamo ricavata dalla lettura del quaderno L’Unione dei Comuni delle Terre d’Argine. La prima esperienza unionale di un Osservatorio per il contrasto alla criminalità organizzata (Franco Angeli editore, Milano 2017, 141 pagine, 19 euro) curato da Andrea Antonilli e Antonio Assirelli che lo hanno presentato nei giorni scorsi all’auditorium della Biblioteca Loria. La pubblicazione è stata edita con il contributo dell’Unione Terre d’Argine, a nome della quale l’Assessore alla Legalità Roberto Solomita, sindaco di Soliera, ha redatto l’Introduzione, e della Regione Emilia Romagna, il cui responsabile per l’Area sicurezza urbana e legalità Gian Guido Nobili è autore del saggio sulla mafia in regione.

Un ulteriore contributo è venuto da Polesi, società di consulenza e progetti per la Pubblica amministrazione con sede a Ferrara cui fa capo Antonio Assirelli, uno dei curatori, mentre fra i suoi consulenti compare anche l’ex Sindaco di Modena, Giuliano Barbolini. Provengono poi tutti dall’Università di Bologna Costantino Cipolla, Flavia Atzori, Antonia Roberta Siino, del Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia, che con Andrea Antonilli, docente di Politiche della Sicurezza, hanno curato l’analisi del sondaggio che costituisce la parte centrale del quaderno. La presentazione si deve invece alla Presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosi Biondi, che avrebbe dovuto partecipare all’incontro alla Biblioteca Loria, ma è stata trattenuta a Roma. C’erano invece, insieme al Presidente della Fondazione Cassa Carpi, Giuseppe Schena, il senatore del Pd Stefano Vaccari e l’Assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti.    

 

L’OSSERVATORIO UNIONALE

Il quaderno rappresenta la prima tappa di un iter avviato nel dicembre 2015 contestualmente al sondaggio, con solenne presentazione sempre alla Loria, e che dovrebbe approdare all’istituzione di un Osservatorio intercomunale (o unionale, appunto) in materia di legalità e contrasto alla criminalità organizzata. Al modello di questo Osservatorio è dedicato il saggio conclusivo, che indica gli obiettivi dello strumento che si vuole mettere in piedi: promuovere nel territorio dell’Unione una cultura dell’antimafia, analizzare la presenza della criminalità organizzata a partire dai dati in possesso delle Amministrazioni; fare da riferimento per tutte le associazioni impegnate su questo fronte; promuovere iniziative di prevenzione e contrasto verso i fenomeni criminali anche attraverso l’utilizzo della Polizia locale e in accordo con la Prefettura”.

Lasciamo stare gli altri passaggi che parlano di “cabina di regia” definita “parte più operativa del Tavolo Permanente per la Legalità e il Contrasto alla Criminalità Organizzata” e di “consulta unionale” che dovrà rapportarsi a un Comitato scientifico da chiamare in causa secondo i problemi specifici affrontati. La sensazione è che si configurino più come completamento dello studio teorico che come precisa scelta politico amministrativa. 

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€
Abbonati