Estate: gli eventi nazionali e locali di maggiore rilievo

Riassunto di un mese segnato da un crollo dall'alto valore simbolico, che fa capire l'Italia di oggi

“Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene”. Vien da dare ragione al buon Tomasi da Lampedusa, molto citato di questi tempi, a proposito del tritacarne politico, con effetto social, in cui è subito precipitata la tragedia nazionale del ponte Morandi, a Genova. Una delle opere simbolo del “miracolo italiano”, vanto avveniristico e orgoglio della nostra ingegneria, ha ceduto spezzando decine di esistenze i cui volti sono apparsi sulle pagine e nei siti dei quotidiani, colti in momenti di felicità che rendono ancora più struggente il dramma delle loro fini improvvise e per tanti versi assurde. Abbiamo scelto questo tema, per aprire il numero del rientro, convinti che questa tragedia ha segnato a fondo l’anima e gli umori collettivi del Paese, facendo della ricostruzione di questa infrastruttura fondamentale il primo, vero, concreto banco di prova per un governo che si è affidato finora molto più al chiacchiericcio dei social che ai fatti concreti.

 

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Non c’è stato tempo per la pietà: le sentenze sommarie si sono abbattute subito sulla vicenda, inserendosi nel solco aperto niente meno che dal Presidente del Consiglio con il suo “...non possiamo aspettare i tempi della giustizia”. Ma per fare che? Per trovare i colpevoli? Poi c’è stato il bailamme di accuse e controaccuse: la pagina storica delle privatizzazioni, dalla metà degli anni Novanta, cioè dall’era di Romano Prodi, Massimo D’Alema ed Enrico Letta, al salva Benetton del governo Berlusconi, riempiendo a più non posso i fossati con il senno di poi. Fino ad arrivare all’uso reciproco della tragedia – da parte di governo e opposizione – per attaccare la controparte, in un groviglio nel quale i rinnovi facili e la poca trasparenza della concessione alla società Autostrade senza preoccuparsi di contropartite tecniche, investimenti, aumenti tariffari e controlli si sono mescolati alla riesumazione della “gronda” di scorrimento del traffico di attraversamento di Genova, colpevolmente contrastata, sì, dai 5 Stelle, ma troppo divaricata, nei tempi di esecuzione, rispetto alla drammatica urgenza di intervenire sugli stralli usurati del ponte Morandi.

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