La delibera di Raffaele Cantone dopo aver passato al setaccio tre anni di gestione

Anticorruzione: pesanti rilievi a Hera e Atersir

La definizione più curiosa, che è anche un preciso atto di accusa, è quella che riguarda Atersir, l’Agenzia territoriale dell’Emilia Romagna per i Servizi idrici e i rifiuti creata dalla Regione e che si articola in Consigli locali comprendenti ogni singola Provincia e i relativi Comuni. È l’ente che dovrebbe controllare e regolare le gestioni di acqua e rifiuti sul territorio regionale e a proposito del quale Raffaele Cantone, nella delibera 626 del 7 giugno dell’Autorità nazionale anti corruzione da lui presieduta, sottolinea “… una sostanziale cattura del regolatore da parte dei soggetti controllati”. E così l’Atersir, più che dettare agende serrate e tempi precisi entro i quali le società che gestiscono quei servizi debbono adeguarsi alle norme, sembra piuttosto “… seguire i tempi politico amministrativi”. Inerzia e inefficienza, dunque, alle quali Atersir ha opposto solo la scusa della carenza di personale. Ma questo è solo uno degli effetti dell’ispezione condotta dall’Anticorruzione nel novembre 2015 sul triennio 2013-2015 di gestione di Hera e della controllata Herambiente e il cui esito, con la delibera in questione, Cantone ha deciso di inviare anche alla Procura della Repubblica e alla Procura regionale della Corte dei Conti di Bologna, oltre che alle parti in causa, vale a dire i vertici di Hera ed Herambiente, quelli di Atersir e il Presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che di Atersir è il diretto referente. Atersir nel mirino dell’Authority, dunque, ma a causa di Hera, che l’Agenzia avrebbe dovuto controllare. E qui, i rilievi alla gestione di tre anni del colosso bolognese sono pesantissimi e rivelano una serie impressionante di irregolarità. È dal 2011 che Atersir, per dire, avrebbe dovuto bandire la gara per le convenzioni scadute in materia di raccolta e smaltimento rifiuti che Hera continua a gestire in perenne regime di proroga, “con improprio vantaggio – si legge nel rapporto –, violazione dei principi di efficacia e speditezza per l’azione amministrativa e sottrazione di significative risorse al mercato di riferimento”. 

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