La Carpi: fine di un'impresa storica

La Carpi, storica concessionaria Fiat e Lancia della città, ha definitivamente cessato di vivere, dopo aver tagliato, due anni fa, il traguardo dei settant’anni. L’ha uccisa la forte crisi di liquidità in cui ha finito per dibattersi, inducendo la Fiat a ritirarle la concessione, a smontare le insegne e a riprendersi indietro le vetture. Non era più una cooperativa, La Carpi, che pure era nata sotto questa egida. La cooperazione – quella modenese con la finanziaria Sofinco e quella reggiana con la Car Server, una controllata del Ccfs, Consorzio cooperativo finanziario per lo sviluppo – ha continuato a permanervi, ma con una quota di minoranza, il 44 per cento, della nuova srl costituita nel 2012 con l’ingresso al 56 per cento della Company Service di Reggio Emilia. Ed è stato proprio il Direttore di Legacoop Estense, Gianluca Verasani che, dalla posizione di portavoce dei soci, anche se di minoranza, ha deciso di mettere la faccia sulla crisi dell’azienda. E questo sia nei confronti dei clienti, nessuno dei quali ha perso soldi, potendo lamentare al massimo il ritardo nella consegna del mezzo, sia verso i 21 dipendenti per i quali ha garantito che, previa selezione, si cercherà una sistemazione in altre aziende cooperative. Se la crisi che cinque anni fa aveva portato al riassetto societario si spiegava con un momento negativo del marchio Fiat, è difficile capire le ragioni delle attuali difficoltà in una fase di discreto rilancio dell’automotive, come attestano i risultati di bilancio delle concessionarie concorrenti. Fatto sta che La Carpi sparisce dal panorama dei marchi che hanno fatto la storia della città. Restano i muri, di proprietò di Doviglio Guizzardi, che cercherà ora nuovi affittuari.

(la foto storica proviene dall'archivio D'Orazi)

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