Soffrono, le Stele del Museo Monumento al Deportato. Per quanto nella loro solenne imponenza trasmettano un messaggio di fredda e arcigna solidità, i quarantacinque anni trascorsi dalla loro erezione si fanno sentire, insieme al poco rispetto del cortile monumentale da parte dei vandali notturni. Le scritte recenti che sono state apposte si sono dunque sommate a crepe e fessurazioni, distacco del cemento per lo scoppio delle armature ossidate, esfoliazioni, incrostazioni nere, comparsa di muschi e licheni. Inducendo l’Amministrazione comunale a correre ai ripari, con un progetto di restauro approvato alla fine dello scorso mese di novembre e che reca le firme dell’architetto comunale Cesare Sereni e dei geometri Lorenzo Goli e Davide Ferraro. Il progetto verrà finanziato con 24 mila euro, stanziati alla voce “Manutenzione straordinaria Luoghi della memoria” del piano triennale dei Lavori pubblici 2016-2018 che prevede una spesa di 190 mila euro. Il resto dello stanziamento complessivo di 50 mila euro per il 2016 è destinato alle porte di sicurezza della baracca restaurata dell’ex Campo di Fossoli.
Neanche a farlo apposta, proprio in questi giorni è partita su un social locale la caccia alle immagini – una è quella che pubblichiamo – di com’era il cortile prima della costruzione del Museo Monumento al Deportato. C’erano un vigneto, un pergolato e un’osteria, ritrovo di molti anziani del centro dei quali parve nolto preoccuparsi lo scrittore Carlo Levi, l’autore di “Cristo si è fermato a Eboli” quando fu portato in visita ai luoghi che avrebbero dovuto ospitare il monumento. “E tutti questi vecchietti, dove li metterete?” chiese al sindaco Bruno Losi che lo accompagnava. La soluzione fu trovata nella ex Bocciofila Malatesta sul cui lato est verre ricavato il ritrovo osteria.
