Loria: ripensamenti per quel che non va a dieci anni dall'avvio

A dieci anni dalla sua inaugurazione, la Biblioteca “Loria” mostra segni di invecchiamento che hanno indotto la Giunta ad approvare in questi giorni le linee generali di un piano di riqualificazione, affidato alla Alterstudio Partners di Milano, nella figura del consulente per la progettazione biblioteconomica, Sergio Conti.

Non ci sono stanziamenti, al momento: l’esecutivo si è limitato a prendere atto delle ragioni di fondo, spiegate in un documento di una ventina di pagine, che consigliano di riprendere in mano l’assetto dell’istituto e del piano strategico che dovrebbe guidare la riorganizzazione degli spazi, soprattutto del piano terra e del primo piano.

Partendo dai motivi per i quali occorre intervenire, da quelle che il documento stesso definisce “criticità” della “Loria”, emergono alcuni dati interessanti.

Si viene a sapere, per esempio, che tra il 2008 e il 2015 i passaggi segnalati dal conta persone alle porte di ingresso sono andati sempre più diminuendo, scendendo da 311 mila a 260 mila, mentre la media giornaliera è passata da 939 a 883. Di fatto, la Biblioteca nel volgere di sette anni ha perduto oltre 65 mila presenze e registrato cento passaggi medi in meno al giorno. E’ vero, come sottolinea il documento, che

quello dei passaggi è un indicatore sommario: la stessa persona può entrare e uscire più volte in uno stesso giorno e il conta persone non è in grado di distinguere né può spiegare che cosa abbia fatto l’utente e tanto meno dirci se è rimasto soddisfatto oppure no. Ma anche ad adottare un indicatore più serio, quello del prestito di libri e documenti, si scopre che dopo i picchi del 2009 e del 2014 – rispettivamente di 66 mila e di 68 mila prestiti – il 2015 ha fatto registrare un calo del 3,6 per cento (e non vale la pena citare il 2012, con un meno 17,3 per cento, quando l’istituto rimase chiuso a lungo per il terremoto). Non va meglio per il prestito degli audiovisivi, data la concorrenza del web che rende superfluo il ricorso ai supporti fisici tradizionali come Cd e Dvd: fatto sta che il prestito di supporti video è sceso in otto anni del 38,5 per cento e quello di supporti audio del 55,6 per cento.

Quando poi si va ad analizzare la qualità dell’utenza, il documento rivela che gli utenti che più ricorrono ai prestiti si concentrano nelle fasce più giovani e fra gli anziani, mentre quelli che teoricamente dovrebbero risultare i più motivati, vale a dire gli appartenenti alla fascia “studentesca” compresa fra i 14 e i 30 anni, si direbbe che la biblioteca la utilizzino in altri modi, trovandone (citiamo dal documento) “…poco attraente per loro l’offerta di lettura e informazione”.  

Sono i punti critici che, secondo Alterstudio, spiegherebbero l’immagine che ha la Biblioteca multimediale “Loria” per il cittadino comune: un luogo soprattutto per libri, ben organizzato, certo, ma con scaffali “massicci e incombenti ricolmi di libri, Cd musicali, Dvd con i film”. La sensazione che ne trarrebbe la persona comune, dunque, è che quell’ambiente, citiamo sempre dal documento, “…non è adatto a lui, gli è estraneo, e se non ha un motivo particolare o cogente per entrarvi, non ci tornerà”.  La biblioteca verrebbe dunque percepita come un luogo “…per contenere documenti, più che per accogliere persone”. Un luogo, per di più, “…per studenti”, frequentato da loro in modo pervasivo, per studiare con libri propri e preparare gli esami.

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