Approvato il progetto esecutivo

Torrione: ora i lavori dipendono solo dal Comune

Il pachidermico (per la mole, ma anche per la memoria da elefante che occorre per ricordare tutti i passaggi di una pratica infinita) procedimento che porterà al restauro del Torrione degli Spagnoli ha conosciuto in questi giorni una tappa finalmente decisiva: l’approvazione, sia pure con un mese e mezzo di ritardo rispetto ai propositi enunciati a gennaio, del progetto esecutivo del Primo stralcio, quello da 3,586 milioni di euro (sui 6 milioni del costo complessivo). Perché la tappa è da considerare decisiva? Perché da questo momento in poi, tutto dipenderà solo dall’efficienza della macchina comunale e non più dalla Soprintendenza o dagli incarichi esterni che il Comune ha dovuto affidare per la validazione del progetto. Permessi, autorizzazioni, certificazioni ci sono tutti, insomma. Ci sono anche i soldi che provengono per metà circa dalla polizza incassata dal Comune per il sisma e per l’altra metà dalla Regione. A questo punto, se non ci saranno intoppi nell’assegnazione dei lavori, la tempistica prevede che il primo stralcio venga completato entro la primavera 2019. E che cosa debbono aspettarsi di vedere, i Carpigiani, dopo questo primo intervento? Un monumento recuperato “al grezzo”, vale a dire non ancora fruibile, ma bonificato nei sotterranei (delicatissimi, visto che tutto il fabbricato poggia su pali di legno), consolidato in verticale e in orizzontale per i quattro piani fuori terra, rifinito nelle murature esterne e con tutti i serramenti ricollocati. Si metterà mano anche a una parte dei restauri delle decorazioni e verrà collocata la caldaia: ma il grosso dei restauri artistici e degli impianti, oltre ai pavimenti e alla scala esterna con ascensore, rientrano nel secondo stralcio. La complessità della procedura si coglie bene dalla quantità di incarichi che il Comune ha dovuto affidare, ricavandone studi e progetti per le indagini geologiche; per la progettazione strutturale e il coordinamento della sicurezza; per gli impianti meccanici ed elettrici; per l’indagine sugli intonaci; per il loro monitoraggio radar; per i restauri artistici… Alla fine, sono stati una decina i professionisti mobilitati, più Giulia Ghini incaricata di dirigere i lavori. Ma nella storia – perché queste sono opere che finiscono nei libri di Storia – resterà su tutti il nome di Giovanni Gnoli che è l’autore del vero e proprio progetto architettonico.  

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