La Cassazione e una sentenza che cambia gli scenari

Saverio Asprea, avvocato civilista, autore di numerose pubblicazioni sul Diritto di famiglia e, a suo tempo, propugnatore di una riforma in materia di alimenti per alleviare la condizione dei mariti messi sul lastrico dal divorzio, non ha dubbi circa la recente sentenza della Cassazione: «È una sentenza molto positiva che semplifica le cose – commenta – sia per i matrimoni che per le unioni civili. Quel che più conta è che la valutazione delle esigenze del coniuge ora si fa sulla sua situazione attuale, senza andare a rivangare nel passato» Le donne però si lamentano e la ritengono una sentenza che le svantaggia… «Non credo proprio: indagare nel passato per ricostruire il tenore di vita serviva solo a giustificare la richiesta. La sentenza stabilisce che si guardi all’oggi: per questo dico che semplifica notevolmente le cose» Sempre da parte femminile si sostiene che in quel passato ci stava anche il calcolo del lavoro domestico, mai ben quantificato. al tema della rinascita annunciato fin dal titolo. Basandola soprattutto su quell’aver cura di sé che è la sola risorsa per uscire da una fine che ha molti tratti in comune con la morte. Per le donne l’ha indicata in un percorso di rinascita interiore basato su una riappropriazione dei valori della femminilità che sono l’energia, l’altruismo, la dolcezza, la creatività. Per gli uomini, non si sa. Per le une e per gli altri, hanno fatto comunque intendere, un colloquio con chi si occupa professionalmente del tema sarebbe vivamente consigliato.

 

Florio Magnanini «È un calcolo difficile…» Alcuni esperti si sono messi al lavoro e hanno calcolato in più di 3 mila euro mensili. Negli Usa si è arrivati addirittura a 7 mila… «Il problema vero è vedere se la donna, che è quella che in genere chiede, abbia un lavoro o una pensione o comunque una possibilità di sussistenza autonoma. Da questo punto di vista la Cassazione ha compiuto un lavoro di ripulitura trascurato per anni. Non è una legge, è solo una sentenza. Qualche donna avrà da ridire, ma la questione resta fondamentalmente la stessa: quella donna oggi ha un lavoro? Riesce a sopravvivere? Ho conosciuto casi di padri cacciati di casa, costretti a dormire in auto o in un garage. Per questo avevo anche avanzato la proposta al Comune di una casa papà con mini appartamenti dove i padri separati o divorziati potessero stare con i figli. In Comune mi hanno risposto che non c’erano disponibilità finanziarie. E ora mi pare che vi stia provvedendo la Diocesi».

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