La storia di Annita Frapporti e del carpigiano Mario Pavarotti

Amore nel tempo di guerra

Restituita da un epistolario sbucato da un mercatino e ordinata da Gisella Sillingardi e Marcelo Trombini Una vicenda di una decina d’anni (1915-1925) che ebbe come sfondi il fronte trentino e dell’Isonzo, Carpi e Caprino Veronese

Mantova, mercatino  dell’antiquariato in  piazza Sordello, 17  aprile 2016. L’attenzione di  Gisella Sillingardi e Marcelo  Trombini, una coppia di Carpi  innamorata dell’antico e del  vintage, viene attratta da una  graziosa ceramica dello  scultore Guido Cacciapuoti  (1892-1953) che raffigura una  delle sue tipiche damine. Parte  la contrattazione, ma l’occhio  di lui cade su una vecchia busta  da lettere, mescolata a tante  altre del banchetto  dell’antiquaria. Il timbro  postale è del 16 gennaio 1916,  è indirizzata alla “signorina  gentilissima Annita Frapporti”  a Caprino Veronese, località  non distante dalla sponda  veronese del Garda. Lo hanno  colpito la data, giusto di  cent’anni prima, e quel nome,  Annita che gli ricorda la figlia  Anita, da mesi residente a  Londra. Chiama a leggerla  anche Gisella, scorrono  insieme le prime righe  ricavandone subito un forte  emozione. Capiscono trattarsi  di una dolcissima lettera  d’amore, spedita all’amata da  un soldato che sta per tornare  a casa in licenza, transitando da  Verona (il luogo da cui scrive è  invece top secret, siamo in  guerra, nella Grande Guerra, e  Caprino è nelle immediate  retrovie del fronte): “...Devo  venire a Caprino... Scrivimi,  proponimi tu il giorno...Ti  voglio vedere assolutamente,  voglio udire la tua voce, dirti  che t’amo e tu ripetermi  altrettanto”. E a un certo  punto i due sobbalzano: “...per  la posta – scrive il soldato con  calligrafia accurata –, appena  ricevi questo, scrivimi a Carpi  (Modena), viale Carducci, al  numero 21”. La firma è “...  sempre tuo Mario”. Si girano  verso l’antiquaria che è  un’amica, si conoscono da  anni. Lei capisce al volo: «Ve la  regalo. Ma se vi interessa ne ho  molte altre indirizzate ad  Annita Frapporti: le conservo  in una scatola a Gonzaga».  La domenica successiva, la  coppia è già da lei, a Gonzaga,  a frugare nel centinaio di  lettere dell’epistolario del  carpigiano Mario Pavarotti,  questo il suo nome completo  e, come accerteranno poi con  minuziose ricerche, nato a  Carpi il 26 settembre 1894  da Geminiano Pavarotti ed  Enrica Zanoli, pizzicagnoli con  negozio in piazza Garibaldi  e residenza prima in viale  Carducci e poi in via Marco  Meloni.  Chiamato alle armi come  soldato semplice di fanteria il  19 gennaio 1915 e arruolato  nella Brigata Mantova,  Pavarotti (“capelli castani  ondulati, dentatura sana”, sta  scritto sul foglio matricolare)  era arrivato in zona di guerra,  in Vallagarina, sopra Rovereto  di Trento, il 21 ottobre 1915.  Dal 14 gennaio 1916, due  giorni prima della licenza e  di quella lettera ad Annita,  era diventato sottotenente  di complemento e finirà la  guerra, come vedremo, con il  grado di tenente.  Ma torniamo alla scatola  che la coppia di Carpi si è  portata a casa.  È lei, Gisella, a sobbarcarsi  un paziente lavoro di  sistemazione di quelle cento e  passa lettere di Mario Pavarotti  (quelle di Annita non ci sono:  le rotture delle storie d’amore,  all’epoca, comportavano la  restituzione dei rispettivi  messaggi), con ampio corredo  di foto. La storia dei due  innamorati la appassiona a  fondo, le prende tutto il tempo,  la indurrà a recarsi nei luoghi  citati, a bussare a porte di  municipi, archivi e biblioteche,  fino al Ministero della Difesa,  per sapere di più e arricchire  di quanti più particolari la  vicenda da cui tutto ha preso  avvio e che l’ha incuriosita così  a fondo, fino a riviversi nelle  vicende dei due protagonisti e  a trovarvi perfino coincidenze  che la toccano da vicino, come  la successiva residenza dei  Pavarotti in via Meloni, dove  abitano lei e Marcelo. Oltre  a una grande storia d’amore  nel tempo della guerra,  da quegli scritti, da quelle  cartoline illustrate, da quelle  foto spuntano un’epoca, un  costume, uno scorcio di storia  patria filtrata da avvenimenti  personali e familiari, perfino  un gusto artistico e letterario  che si coglie nel linguaggio,  nelle illustrazioni, nelle pose  fotografiche. 

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€
Abbonati