A Bologna la mostra su David Bowie che ha spopolato nelle grandi capitali

Viaggio di immagini con il Duca Bianco

L’attesissima mostra che ripercorre le fasi della vita e della carriera di David Bowie, il “genio” della musica scomparso a gennaio, fa finalmente tappa anche in Italia. A ospitare “David Bowie is” è il Mambo, Museo d’Arte Moderna di Bologna, che propone un percorso cronologico e interattivo alla scoperta di uno degli artisti più audaci, influenti e innovativi nel panorama musicale contemporaneo. Partita da Londra nel 2013 (dove ha attirato ben 300 mila visitatori) e curata dal Victoria and Albert Museum, l’esposizione ha toccato Chicago, San Paolo, Toronto, Parigi, Berlino, Melbourne e Groninge ed è approdata, il 14 luglio, al Mambo di Bologna dove rimarrà allestita fino al 13 novembre per proseguire poi il suo viaggio a Tokyo.

La retrospettiva celebra la prolifica carriera di David Robert Jones (alias David Bowie), capace di innovare e rinnovarsi costantemente senza mai tradire se stesso e il suo pubblico. Il percorso si sviluppa attraverso contenuti “multimediali” che conducono il visitatore all’interno del processo creativo del Duca Bianco e descrive come il suo lavoro abbia canalizzato i più ampi movimenti nell’ambito dell’arte, del design, del teatro e della cultura contemporanea.

I curatori della mostra Victoria Broackes e Geoffrey Marsh hanno selezionato più di 300 oggetti dell’archivio personale del musicista tra cui: le artistiche cover degli album realizzate da Guy Peellaert e Edward Bell; estratti di video e performance live come “The Man Who Fell to Earth”; video musicali e arredi creati per il Diamond Dogs tour (1974). Oltre a oggetti personali come i testi originali delle sue canzoni scritti a mano e alcuni dei suoi strumenti.

La moda all’interno della mostra ha un’importanza fondamentale, poiché oltre alla musica, ogni sua epoca artistica viene scandita e caratterizzata da un abito specifico. Troviamo l’outfit di Ziggy Stardust (1972) disegnato da Freddie Burretti, il costume di Pierrot di Natasha Korniloff per la copertina di “Scary Monsters and Super Creeps” (1980), la tuta a righe di Kansai Yamamoto per il tour di Aladdin Sane (1973) fino al cappotto Union Jack di Alexander McQueen per la copertina del disco Earthling (1997).

Il percorso espositivo è suddiviso in tre sezioni. La prima introduce il pubblico ai primi anni di vita e della carriera di David Bowie nella Londra del 1960, risalendo man mano fino al punto di svolta del singolo “Space Oddity” nel 1966.

La seconda parte accompagna il visitatore all’interno del processo creativo di David Bowie e rivela le differenti fonti d’ispirazione che hanno dato forma alla sua musica e allo stile delle sue performance, mentre la terza si focalizza sui grandi concerti live del rocker inglese.

Tra manoscritti, spartiti, costumi originali, fotografie, disegni, set ricostruiti e filmati, “David Bowie is” ricostruisce la carriera di un artista poliedrico, un pioniere sempre avanti rispetto agli altri, un precursore dei tempi. 

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