Sottosopra dal 15 settembre in Museo per Festivalfilosofia

Baselitz, l’espressionismo nella xilografia del colore

Fa parte del programma carpigiano del Festivalfilosofia ed è organizzata in occasione della XVIII Biennale di Xilografia contemporanea. Stiamo parlando di “Sottosopra” la mostra che sarà allestita nei Musei di Palazzo dei Pio dal 15 settembre al 12 novembre e che presenta le opere di uno degli artisti più importanti, celebrati e influenti a livello internazionale. Si tratta del pittore e scultore tedesco Georg Baselitz (Deutschbaselitz, 1938) che a Carpi espone 40 xilografie, donate dal Cabinet d’Arts Graphiques di Ginevra, realizzate tra gli anni Ottanta e Novanta.

Esponente di spicco della pittura espressionista, la sua ricerca pittorica è caratterizzata dalla scelta di colori violenti su quadri dalle grandi dimensioni dove prevalgono soggetti familiari e temi afferenti il disagio e la malattia mentale. Nella scultura e nella grafica, dopo essersi riappropriato della tradizione germanica, ha elaborato una ricerca originale in cui si evidenziano anche spunti desunti dall’arte italiana. La mostra carpigiana, curata da Enzo Di Martino e Manuela Rossi, si concentra sulla produzione xilografica dell’artista e arriva dopo gli omaggi a Jim Dine (2009), Adolfo De Carolis (2011), Mimmo Paladino (2013) ed Emilio Isgrò (2015).

Baselitz ha infatti un legame particolare con Carpi: nella collezione di stampe da lui donate al museo ginevrino sono presenti due chiaroscuri di Ugo da Carpi, oltre a due esemplari della “Sibilla” di Raffaello, in versioni cromatiche differenti, una xilografia di Niccolò Vicentino e un chiaroscuro di Niccolò Boldrini, contemporanei del maestro di Carpi. Si deduce quindi che Baselitz abbia studiato e approfondito la sua ricerca attraverso le opere che stanno alla base della tecnica xilografica a chiaroscuro di cui l’artista carpigiano è stato uno degli esponenti di spicco.

“Ugo da Carpi è uno di quegli artisti che nel suo tempo ha fatto quello che gli altri non facevano e non solo per una questione tecnica, che ha comunque risolto, – scrive Manuela Rossi nel suo testo in catalogo –, ma soprattutto per una ragione culturale: rendere accessibile l’immagine d’arte riservata a pochi è stata senza dubbio una delle rivoluzioni sociali più importanti che l’opera di Ugo e degli altri incisori del Rinascimento ha determinato”. Baselitz, conosciuto per lo più per la sua carriera di pittore e scultore, vanta anche un’importante produzione grafica. “Ho fatto xilografie – ha dichiarato – sempre quando avevo la necessità di presentare in una forma definitiva un quadro, un’idea di immagine sviluppata da me e manifesta nei quadri”.

Le opere incise che costituiscono il percorso espositivo a Palazzo dei Pio non tradiscono i canoni che caratterizzano la sua cifra espressiva, ormai divenuta riconoscibile, dove la tradizionale costruzione dell’immagine risulta completamente stravolta. “Nelle sue creazioni, la legge gravitazionale viene sconfitta – si legge nel comunicato di presentazione della mostra – e l’immagine viene capovolta non tanto per generare stupore quanto per mettere in gioco un processo intellettuale e spirituale completamente diverso. Attraverso il capovolgimento, Baselitz toglie allo spettatore il dato che assimila il soggetto ritratto alla realtà e lo trasferisce nel campo dell’organizzazione plastica e visuale. Svuotata del proprio contenuto, la rappresentazione esiste come insieme di segni e colori”. La mostra è accompagnata da un catalogo Apm edizioni.

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