Carpi – Formazione è stata la parola più utilizzata nella “due giorni” promossa da Cna Federmoda dedicata al tema “Made in Italy. Valore economico, sociale, etico”. L’iniziativa, svoltasi il 20 e il 21 aprile a Palazzo dei Pio, ha riunito i vertici di Cna (nazionali e locali) e i rappresentanti di scuole, sindacati e istituzioni in un convegno – che l’anno scorso si è tenuto a Prato e nel 2014 a Roma – organizzato per discutere l’importanza della manifattura e del saper fare in Italia. Un valore che è in stretta relazione con la responsabilità sociale d’impresa, il buon lavoro, l’etica e la formazione.
Tutti concetti chiave che si devono ritrovare lungo la filiera produttiva del tessile-abbigliamento-pelle-cuoio-calzature fino al consumo consapevole. Nel corso delle due giornate, come dicevamo all’inizio, si è posto l’accento sull’importanza della formazione come elemento in grado di apportare innovazione e competitività. Soprattutto nell’incontro di mercoledì 20 in Sala dei Cimieri (coordinato da Antonio Franceschini, responsabile nazionale Cna Federmoda) incentrato sul tema “La formazione, fattore strategico”, il tavolo dei relatori (composto da docenti universitari, imprenditori e sindacalisti) ha parlato di formazione continua per i dipendenti e di formazione universitaria rivolta a valorizzare le specificità territoriali.
Nella tavola rotonda di giovedì 2 intitolata “Cucire, tramare, ordire, tessere, formare… etica” i temi della formazione e dell’istruzione sono invece stati definiti elementi chiave per rendere i consumatori (in particolare i giovani) consapevoli di ciò che acquistano e per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori. In una Sala delle Vedute gremita di pubblico, il giornalista del Corriere Isidoro Trovato ha coordinato un dibattito che ha toccato diversi argomenti di discussione: la dignità del lavoro, l’importanza del concetto di impresa al centro della politica economica, la tutela del made in Italy e la sostenibilità.
Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato, ha ribadito più volte che occorre puntare sulla sostenibilità sociale e ambientale per ottenere innovazione e competitività sul mercato. E ha parlato di consumo consapevole, riferendo di un dossier legislativo (ancora aperto) sull’etichettatura obbligatoria, sulla tracciabilità contro la contraffazione (“I prodotti made in Italy sono i più contraffatti del mondo e spesso i falsi vengono realizzati nel nostro Paese – ha riferito –; a livello europeo invece servirebbe un maggior coordinamento delle dogane”) e sulla certificazione volontaria a carico dello Stato per quelle aziende che rispettano le regole di trasparenza e tracciabilità.
Il dibatto – al quale hanno preso parte anche Benedetta Francesconi (Ministero Sviluppo Economico), Stefano Di Niola (Fondartigianato), Angelo Colombini (Femca Cisl), Emilio Miceli (Filtcem Cgil), Paolo Pirani (Uiltec Uil) e Luca Marco Rinfreschi (presidente nazionale Cna Federmoda) è stato introdotto dai saluti del vice sindaco di Carpi Simone Morelli e dell’intervento di Palma Costi (assessore regionale alle Attività produttive) che ha sottolineato l’importanza del settore moda per l’Emilia Romagna, con le sue 7 mila imprese e 52 mila addetti. “La moda rappresenta al meglio le caratteristiche del saper fare – ha affermato –. Nonostante la crisi degli ultimi anni con la perdita di aziende e di lavoro (e il distretto di Carpi ne è un esempio) bisogna continuare a credere e a valorizzare i punti di forza del made in Italy”.
Nelle foto, momenti del convegno