Illustrati da Sistema Moda Italia alla presentazione di Pitti Immagine Uomo

I numeri di un'annata difficile

Puntuali come tutti gli anni, in occasione della presentazione di Pitti Immagine Uomo, l’appuntamento che inaugura il calendario fieristico della moda internazionale e che nel 2017 si terrà dal 10 al 13 gennaio, arrivano anche i dati di Sistema Moda Italia. Riguardano i primi nove mesi del 2016 e non sono per niente rassicuranti. Secondo l’indagine congiunturale condotta presso un centinaio di aziende associate e operanti in tutti gli stadi della filiera, il settore tessile-moda italiano mostra una situazione altalenante.

Dopo un primo trimestre in crescita (+ 2,2 per cento), il fatturato tessile-moda nel periodo aprile-giugno è entrato in area negativa, facendo segnare un calo pari al 2 per cento, mentre le stime da luglio a settembre indicherebbero una prosecuzione del trend sfavorevole con un ulteriore calo del 2,4 per cento.

Per quanto riguarda le esportazioni, nei primi sette mesi dell’anno l’export di tessile-moda diretto in Europa ha accelerato la marcia (+ 2,2 per cento nella Ue) arrivando a sfiorare il peso del 56 per cento: il traino è arrivato da Germania (+2,7 per cento), Francia (+2,2 per cento), Regno Unito (+3 per cento) e Spagna (+4,4 cento), vale a dire dai principali sbocchi europei del settore. Ma il semaforo rosso si è acceso sui mercati extraeuropei (-1,6 per cento l’export gennaio-luglio, a 7,7 miliardi di euro) e in particolare negli Stati Uniti (-6,2 per cento): una decisa inversione di rotta rispetto al 2015, quando il mercato statunitense – terzo in assoluto per importanza e primo extraUe per il tessile-moda – aveva messo a segno una crescita a doppia cifra. In flessione nei primi sette mesi anche Hong Kong (-2,1 per cento) e Cina (-1,4 per cento), mentre la Russia sta rallentando la caduta (-1,4 per cento) e, segnala Smi, lentamente recupera terreno. Nel complesso le vendite all’estero gennaio-luglio del sistema moda made in Italy chiudono con un timido + 0,5 per cento per un totale di circa 17,5 miliardi di fatturato. “Ci sono sempre più differenze tra le aziende che vanno bene e quelle che vanno male – ha sottolineato ieri Gaetano Marzotto, presidente di Pitti Immagine –. Differenze che sono sintomo di significative tensioni concorrenziali e di una domanda altalenante e debole”. A generare timori sono soprattutto le incognite legate alla politica commerciale della nuova presidenza americana, insieme con gli effetti della Brexit che “cominciano a farsi sentire” ha affermato Marzotto aggiungendo che anche le modalità di consumo stanno cambiando, con il deciso impulso degli acquisti online, e che questo ha un forte impatto sul retail, ora chiamato a comunicare con il web. 

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