Continua il processo di ridimensionamento, in termini di imprese e di occupati, del distretto tessile carpigiano. Nel periodo 2013-2017 l’industria dell’abbigliamento ha fatto registrare un’ulteriore diminuzione delle imprese che a fine 2017 erano complessivamente 783 (236 imprese finali e 547 imprese di subfornitura) contro le 879 del 2014 con calo che sfiora il 15 per cento. Di riflesso, anche l’occupazione è diminuita con 5 mila 412 addetti nelle unità locali del distretto contro i circa 7 mila di quattro anni fa. Numeri preoccupanti se paragonati soltanto a quelli di una quindicina di anni fa quando gli addetti erano 11 mila e le imprese poco meno di 2 mila.
E il fatturato? Anche quello è in leggera flessione (3,4 per cento) arrivando, nel 2017, a una cifra totale di 1 miliardo 400 milioni di euro. Una flessione dovuta soprattutto a una diminuzione significativa delle vendite sul mercato interno (meno 9,4 per cento) da cui le imprese locali dipendono an cora troppo (63 per cento del fatturato), non bilanciata da una crescita delle esportazioni poco brillante (più 4,4 per cento) e inferiore alla media nazionale.
Sono questi, in estrema sintesi, i dati principali emersi dal dodicesimo rapporto dell’Osservatorio del settore tessile abbigliamento del distretto di Carpi che Daniela Bigarelli, dell’istituto di ricerca R&I di Carpi, ha redatto con la collaborazione di Monica Baracchi e Barbara Ducati prendendo in considerazione il periodo 2013-2017 e le previsioni 2018. Il volume, promosso dal Comune di Carpi e cofinanziato dalla Regione e da Carpi Fashion System, è stato presentato mercoledì 13 giugno nell’auditorium della Biblioteca Loria nel corso di un incontro che ha visto anche la partecipazione di Franco Mosconi, docente di Economia all’Università degli studi di Parma e di Palma Costi, assessore alle Attività produttive della regione Emilia Romagna.
