Iniziamo un viaggio fra i negozi al dettaglio che hanno saputo resistere

Il negozio? Ha ancora mille vite

Il Barattolo di via Ugo da Carpi, per esempio. Nato come merceria ha esteso la gamma di prodotti, orientandosi al servizio, dall’e-commerce alla comunicazione sui social. Differenziarsi significa puntare a livelli più alti, spiega Antonella Bulgarelli

Da merceria di quartiere a punto di riferimento in città per quanto riguarda l’intimo, i costumi e l’abbigliamento. “Il Barattolo” è un negozio in cui tradizione e innovazione coesistono: nato nel 1979 nella zona di Quartirolo con il nome “Merceria Salvarani”, in quasi quarant’anni di storia ha cambiato varie sedi fino ad approdare, nel 1990, al civico 37 di via Ugo da Carpi ed ampliarsi, nel 2007, con l’acquisto di un altro locale a fianco di quello principale.

E con il trasferimento in via Ugo da Carpi anche l’insegna è cambiata diventando “Il Barattolo”, prendendo il nome dal precedente esercizio commerciale. Nonostante la crisi del retail, con la chiusura di una moltitudine di piccoli negozi, la maggior parte a conduzione famigliare, il punto vendita di Antonella Bulgarelli (che lo gestisce insieme alla mamma Silva Salvarani) ha saputo affrontare le difficoltà del mercato investendo nel prodotto e nelle nuove tecnologie.

«Passando da merceria di quartiere a negozio abbiamo fatto un salto in avanti, aumentando la qualità dei prodotti con l’introduzione di importanti marchi di intimo, underwear e beachwear – spiega la titolare Antonella Bulgarelli – e, grazie all’acquisizione di altre due vetrine, allargando l’offerta all’abbigliamento femminile, anche questo di buon livello». “Il Barattolo” ha saputo evolversi seguendo i cambiamenti del mercato: nel 2012 ha lanciato il sito web per la vendita online affiancato da una speciale piattaforma locale, sempre online, riservata alla zona di Carpi e alle province di Modena e Reggio Emilia in cui gli utenti fanno la loro richiesta e poi, dal momento che abitano nelle vicinanze, passano a ritirare la merce in negozio.

Senza dimenticare la presenza sui social network Facebook e Instagram. «Seguo tutto io, vengo in negozio alle 7 del mattino prima dell’apertura e cerco di sbrigare tutte le incombenze – ammette –. Anche se il web è un po’ il Bronx e andrebbe seguito attentamente, il mio è un piccolo spazio online di nicchia: gli ordini arrivano da tutta Italia, ma a volte mi accordo per telefono. Tuttavia è fondamentale adeguarsi ai tempi che cambiano». Un atteggiamento che interessa non soltanto le nuove tecnologie, ma anche il modo di lavorare e di fare il mestiere del commerciante. «Oggi per sopravvivere – aggiunge – ti devi differenziare dai negozi dei cinesi e dai centri commerciali e puntare su un livello più alto, non soltanto in termini di qualità degli articoli in vendita, ma soprattutto riguardo al servizio che dai al cliente». In questo senso l’esperienza è senz’altro un valore aggiunto.

«Le persone hanno fretta, non hanno tempo di aspettare e tu devi “risolvere” il loro problema ed essere in grado di individuare al volo taglie, gusti e preferenze – racconta Antonella –. Nelle catene di negozi guardano alla quantità, sono obbligati a fare numeri, mentre io devo guardare alla qualità e puntare sulla fidelizzazione del cliente. Anche se purtroppo oggi è più difficile, perché c’è un grande turnover di clientela. Mi fa piacere però quando qualcuno entra e dice “Negozi con così tanta offerta di prodotti non ce ne sono più”. E in effetti è vero, perché da noi si trova proprio di tutto, dall’intimo uomo e donna al beachwear, dall’abbigliamento agli accessori. Il mio motto è “Non esca nessuno senza niente”». Spesso i negozianti si lamentano della concorrenza dell’ecommerce, dei centri commerciali e delle catene low-cost, ma non fanno niente per offrire un valore aggiunto alla propria clientela. «Questo è il grande problema – conferma –. È impossibile competere con i “colossi” on line o con la grande distribuzione, ma è necessario invece fare ricerca sul proprio prodotto, migliorarsi sempre, ampliare i propri mercati, non trascurare l’assistenza post vendita (noi per esempio abbiamo una sarta che si occupa di modifiche e aggiustamenti) e fare perfino consegne a domicilio».

Antonella non si ferma mai, è un vulcano di idee e di progetti. «Un commerciante non può più permettersi di alzare la saracinesca e aspettare i clienti – sottolinea –. Deve informarsi, rimanere al passo con le tendenze del momento, partecipare alle iniziative dei marchi presenti in negozio. Io giro tanto, mi guardo intorno: la prossima settimana sarò in giuria in occasione di un evento di Mare d’Amare, la fiera fiorentina dedicata ai costumi». Altra cosa importante è investire. «Bisogna essere motivati da una grande passione, se si guardano solo i soldi allora non ne vale la pena – dice –. È fondamentale investire, avere sempre progetti nuovi, metterci del proprio. Io non sto mai ferma: sposto i capi, cambio disposizione agli allestimenti, rinnovo spesso le vetrine. Due anni fa abbiamo ristrutturato il primo negozio e il prossimo mese ammoderneremo anche l’altro: il 26 agosto riapriremo con un aperitivo e poi il 15 settembre organizzeremo una sfilata di presentazione delle collezioni invernali».

Siamo ancora in piena estate, ma Antonella è già proiettata verso il Natale. «Sto pensando di realizzare delle shopper per gli acquisti nuove e creative – rivela – e a una serie di idee regalo “sfiziose” e diverse dal solito da allestire su una grande tavola con una tovaglia bianca di macramé e candelabri». Ovviamente confezionerà tutto lei, visto che ha frequentato anche un corso di packaging. «È da quando ho 18 anni che faccio questo mestiere – racconta –, ho insistito io con mia madre, che allora lavorava in un pronto moda, per aprire un negozio: siccome studiavo ancora, ci andavo al pomeriggio. Adoro questo mestiere, vendere mi piace da morire, è la mia grande passione – conclude sorridendo –. E ci metto tutto l’impegno e la dedizione possibili».

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