Il rettore dell'Università di Modena, Angelo O. Andrisano, in riferimento alla causa che oppone madre e padre in Tribunale a Modena per divergenze in materia di vaccinazioni, ha fatto diffondere questa mattina il seguente comunicato:
«In un servizio, andato in onda sabato 23 luglio su un’emittente locale, riguardante la diatriba tra padre e madre a proposito della vaccinazione della propria figlia, l’avvocatessa Mirella Guicciardi, legale della madre che sostiene la pericolosità dei vaccini ed è quindi contraria alla vaccinazione, è stato citato a supporto di questa pericolosa ed infondata tesi uno studio condotto da un non meglio identificato "laboratorio dei biomateriali dell’Università di Modena” e la dott.ssa Antonietta Gatti quale perito di parte. A questo proposito riteniamo doveroso che a nome della comunità scientifica di Unimore si faccia chiarezza su una questione tanto rilevante. La dott.ssa Antonietta Gatti, già ricercatrice Unimore, è cessata dal servizio il 22 novembre 2011 e, quindi, all’attualità non è dipendente dell’Ateneo. Pertanto le sue posizioni non riflettono in alcun modo il pensiero e le convinzioni della comunità scientifica dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Inoltre è del tutto privo di fondamento che presso l’Ateneo di Modena e Reggio Emilia esista un “laboratorio dei biomateriali».
«La posizione di Unimore sui vaccini – sottolinea il comunicato – è la stessa del Ministero della Salute, della Regione Emilia-Romagna, dell’intera comunità scientifica mondiale, di tutte le società scientifiche di ambito biomedico e di tutte le organizzazioni governative nazionali e internazionali legate alla salute, frutto di 200 anni di ricerca e studi clinici e di dati incontrovertibili di molte discipline (immunologia, microbiologia e virologia, infettivologia, epidemiologia, farmacologia) tutte concordi nel sottolineare il ruolo fondamentale e indispensabile dei vaccini per la prevenzione di malattie gravissime, per il controllo di malattie infettive con alto tasso di morbidità e mortalità, e per la sanità pubblica».