Li si vede spesso seduti alla cattedra, lungo il corridoio, o girovagare tra i locali della scuola. Osservano i ragazzi dall’alto in basso se fuori dalla classe durante l’orario, li rimproverano per quell’aula ridotta a “porcile” o tengono compagnia ai più “ribelli” se cacciati fuori dalla “prof”, facendoli sfogare. I bidelli, ora chiamati collaboratori scolastici (pare che sia più politically correct) sono fondamentali negli istituti scolastici.
E, a giudicare dalle migliaia di persone che si sono presentate per questo ruolo all’ultimo concorso del Miur, esso parrebbe aver ritrovato un suo appeal. O, quantomeno, rappresenta ancora un posto sicuro su cui contare.
Eppure vige tanta confusione nei confronti di questa figura “tuttofare”: devono o non devono pulire le aule? E se no, che fanno tutto il giorno? Da chi e quanto sono stipendiati?