Nel canto memoria, radici e identità

Le canzoni e le letture in cammino del coro I Violenti Piovaschi

“Un popolo che non canta è un popolo senza un gran futuro davanti”, dicono. Di questo proverbio il coro I Violenti Piovaschi ha fatto una missione, volendo riportare la tradizione della musica e del canto nella cultura contemporanea: «Avevamo notato che la partecipazione alle celebrazioni del 25 Aprile in piazza diminuiva di anno in anno e che si andava perdendo la cultura del canto: resta la banda, ma la consuetudine del coro popolare ormai è scomparsa», raccontano Gioia e Lisa, le due fondatrici.

 

Da qui l’idea di stimolare e invogliare i Carpigiani ad andare alla riscoperta delle proprie radici attraverso la musica: «In un primo tempo – continuano – abbiamo fatto il tentativo di distribuire semplicemente i testi delle canzoni durante le feste e le celebrazioni ufficiali, sperando che le persone si unissero al canto. Ma non siamo riusciti a coinvolgerle. Serviva una spinta, un gruppo che trascinasse, che desse la carica». 

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