Marco Rizzardi di Carpindustriale

Nuove aree commerciali? I negozi si rinnovino, ma la città non le regge

La risposta del dettaglio deve essere nella qualità. Superfici comunque eccessive

«La polemica sul nuovo Retail Park che sta sorgendo in via dell'Industria? Direi che si presta a due considerazioni contrapposte che la dicono lunga sulla condizione della Carpi di oggi». Chi parla è Marco Rizzardi, titolare dello Studio Carpindustriale aderente a Tecnocasa e regolarmente premiato come una delle eccellenze del network a livello nazionale. Lo hanno stimolato i numerosi interventi contrari a quella operazione (alla quale, va detto, la sua agenzia è del tutto estranea) apparsi sui social, in nome della difesa della rete al dettaglio che, stando ai critici, rischierebbe grosso dalla creazione dell'ennesimo centro commerciale.

Sentiamo la prima osservazione, Rizzardi.

«Criticare il nuovo insediamento fa pensare al marito tradito che se la prende con il rivale anziché con la moglie»

Fuor di metafora?

«Significa che temere quella concorrenza è un segnale rivelatore soprattutto della povertà dell'offerta commerciale in centro storico. In via dell'Industria, a passeggiare non ci andrà nessuno, a differenza che in centro: dunque, se la rete al dettaglio del centro si ritiene penalizzata è solo perché, a parte il dinamismo che si è registrato nella ristorazione, non nascono attività di nicchia e specializzate, mancano negozi di qualità e vetrine attrattive, soprattutto in piazza Martiri. E la qualità si misura anche nel saper far bene il proprio mestiere, nel servizio che è poi quello su cui Amazon e Zara hanno costruito il proprio successo. Si ha un bel da lamentare che, per esempio nell'abbigliamento, esistono solo catene. Quelle però lavorano, perché puntano proprio sul servizio, mentre nel singolo negozio si è perduta la filosofia del titolare che sapeva di ogni cliente che cosa aveva nell'armadio. Voglio dire che i piccoli potranno resistere a questa sfide delle grandi aggregazioni commerciali solo a condizione di specializzarsi e qualificarsi. Si pensi all'e-commerce e all'implosione che sta ricadendo su tutti i settori e che presto coinvolgerà anche l'alimentare. I primi a subirne le conseguenze saranno i supermercati, mentre i piccoli potranno bilanciare i prezzi più alti dando al cliente la possibilità di ritrovare qui i sapori genuini e i prodotti di qualità»

Passiamo alla seconda osservazione...

«Riguarda l'impatto sulla città che avranno questi nuovi insediamenti commerciali. Le agenzie di sviluppatori agiscono a provvigione e valutano l'investimento in un nuovo centro commerciale solo con il criterio del numero degli abitanti. E in una città come Carpi di 70 mila residenti, ci può anche stare il Burger King che sorgerà sulla Losi di fronte al McDonald. Il punto, però, non è quale sarà il panino migliore: stabilito che per esempio occorra incassare 2,5 milioni annui per far vivere un nuovo fast food, il problema vero è se a Carpi si possano incassare i sei milioni di euro in panini che richiedono i due fast food. Considerando, ovviamente, che la città non attiva il movimento che ha per esempio Modena e non attira gente da fuori, come accadeva un tempo con la Bassa»

 

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€
Abbonati