Con la consulenza e la progettazione dello Studio Archimede, una villetta in via Colombo è stata fra le prime a Carpi a essere ristrutturata e migliorata di due classi antisismiche con lo sconto fiscale dell’80 per cento in cinque anni introdotto dalla fi

Ristrutturare con il sismabonus

Non c’è nulla di meglio, per far conoscere le opportunità offerte da un provvedimento fiscale, che partire da un caso reale.

Come quello di Maurizio Benatti, se non il primo, certamente fra i primi, a Carpi, a usufruire per la ristrutturazione della propria abitazione del cosiddetto “sismabonus”. 

In che cosa consiste? È l’agevolazione introdotta con la vigente legge di stabilità e resa attuativa dall’1 marzo di quest’anno, ma che riguarderà le spese sostenute fino al 31 dicembre 2021. Il dispositivo prevede la possibilità di fruire di una detrazione fiscale sugli interventi di ristrutturazione delle case che includano anche il loro miglioramento sismico, quando le abitazioni si trovino nelle zone a rischio, compresa la zona 3, in cui si trova Carpi. Stabilito che le linee guida della legge individuano otto classi di rischio, dalla A+, la più bassa, alla G, la più esposta, l’agevolazione è graduata tra il 50 per cento, nel caso la ristrutturazione antisismica non comporti miglioramenti della classe di rischio, al 70 per cento se il miglioramento è di una classe e fino all’80 per cento se è di due classi.

La detrazione è dunque tanto più premiante, quanto maggiore è l’efficacia dell’intervento e, altro dato importante, viene riconosciuta nell’arco di cinque anni, anziché di dieci. 

Maurizio Benatti ha potuto utilizzare il sismabonus all’80 per cento, l’aliquota più alta, per l’intervento di ristrutturazione della propria villetta di due piani fuori terra in via Colombo portato a termine in questi giorni dopo otto mesi di lavoro: «Si tratta di una costruzione del 1958, completata nel 1962 – spiega –, la classica villetta piuttosto comune nell’espansione urbana di Carpi di quegli anni. Non aveva avuto problemi con il terremoto, ma dopo i primi carotaggi, abbiamo capito che era stato un miracolo. Il proposito di una ristrutturazione ce l’avevamo già in mente. È stato l’ingegner Fabio Ghelfi, dello Studio Archimede che, dato il precedente del sisma, ci ha suggerito di aderire alla procedura del sismabonus, rivedendo in questa luce la ristrutturazione che così è diventata un rifacimento radicale. È un’opportunità di prevenzione che lo Stato deve aver offerta, considerando quali danni possa produrre un terremoto e quanto costa poi ricostruire». Quello che spesso frena è però il costo degli adeguamenti, ritenuti onerosi, al di là della convenienza fiscale…

«Lo credevo anche io. Ma con un progetto basato su una buona analisi dello stato di fatto come quella compiuta dallo studio dell’ingegner Ghelfi, ho verificato che si può passare da una classe G, come nel mio caso, alla classe E senza spendere cifre esagerate. E in più con un sostanzioso sgravio fiscale». Facciamo un esempio.

«Prendiamo un appartamento medio che, nuovo, costa fra i cento e i centocinquantamila euro. A ristrutturarne invece uno con lo sconto fiscale dell’80 per cento si ottengono circa 20 mila euro di sgravi. Consideri, però, che, concentrato nell’arco di cinque anni, come previsto dal sismabonus, anziché nei canonici dieci, il bonus fiscale si traduce in 4 mila euro annui»

In che cosa le è stata soprattutto utile la consulenza dello Studio Associato Archimede?

«Sono contento di aver affrontato la pratica con loro, perché fino ai regolamenti attuativi di febbraio della legge di stabilità non si avevano notizie su come calcolare il livello di sicurezza antisismica raggiunto. Lo ha fatto innanzitutto il tecnico dello Studio, confrontando il prima e il dopo intervento. E poi lo certificherà un ingegnere strutturista terzo. La collaborazione con l’ingegner Ghelfi, dunque, è servita a fornire le certezze tecniche sull’intervento, ma anche a tradurlo nella contabilità precisa e puntuale richiesta per l’applicazione del sismabonus».

 

Un edificio in lateriziorinforzato con la tecnologia

«Eravamo partiti per le opere di ristrutturazione prima di conoscere le opportunità del sismabonus – spiega il titolare dello Studio Archimede, ingegner Fabio Ghelfi – Poi, con l’entrata in vigore a febbraio dei regolamenti attuativi, abbiamo aggiunto al progetto altre piccole opere strutturali di miglioramento sismico, vista l’opportunità di fruire di sconto fiscale che arriva fino a un massimo di 76 mila euro in cinque anni per unità immobiliare. Prima di quella integrazione avevamo considerato un miglioramento minimo; con il sismabonus è diventato un salto di due classi»

Ma in che cosa sono consistite le opere che lo hanno permesso?

«Volendo conferire un comportamento scatolare a un edificio interamente in laterizio – spiega Matteo Coco, ingegnere strutturista dello Studio Archimede – realizzato con tecnologie costruttive povere e murature deboli, era già in previsione la cerchiatura dell’immobile in funzione sostitutiva del cordolo di cemento armato. A questo abbiamo aggiunto il rafforzamento delle murature con reti in fibra di vetro che, collegate con fiocchi, hanno permesso per così dire di “impacchettare” i muri, conferendo loro maggiore resistenza. In più sono state aggiunte delle cinghie che, connesse con barre in acciaio, hanno contribuito a migliorare ancora di più il livello di sicurezza».

Era stato considerato un intervento sulle fondamenta?

«Certo, avrebbero permesso un miglioramento più ampio – riprende l’ingegner Ghelfi –, ma anche un intervento radicale e molto costoso che non sarebbe comunque servito ad andare oltre le due classi guadagnate, che è il massimo dello sconto fiscale riconosciuto. L’esigenza era quella di ristrutturare ed efficientare, energeticamente parlando, l’appartamento al piano primo e alcuni vani tecnici al piano terra. In futuro potrà comunque essere fatto. Aggiungo che risultati come questo non si ottengono senza un’équipe rodata e capace di lavorare in perfetta sintonia. Dal 2012 lo Studio Archimede vanta un gruppo di lavoro fisso di dieci tecnici capaci e specializzati nel recupero degli edifici esistenti. In questo caso, oltre a noi si è formata un’ottima sinergia con lo Studio Vezzali e Corradini, progettisti degli impianti che insieme al signor Maurizio Benatti, con sopralluoghi settimanali congiunti e insieme alle imprese Edil Leone, Idroenergy, Falegnameria Fabio, I.E.L. abbiamo ottenuto, credo, un ottimo risultato con la soddisfazione delle esigenze richieste fatte dal cliente».

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