Sulla piazza e sulla ghettizzazione

di Florio Magnanini

 

Visto dalla pagina facebook di Voce da 11 mila persone, letto su voce.it da 4 mila, condiviso da 27 e con 60 “mi piace”, non si può dire che l’ultimo editoriale su piazza Martiri sia passato inosservato al popolo dei social. Lo confermano anche i venti commenti, alcuni favorevoli, molti ferocemente avversi e dai quali, in modo più o meno esplicito, traspariva un’accusa di razzismo.

Ora, pur nel rispetto della libertà d’opinione – e certi articoli si mettono sui social media proprio per favorire dibattito e confronti – si vorrebbe subito sgombrare il campo da un equivoco. Non si possono accettare accuse di “colpi di sole”, “ignoranza” o, peggio, razzismo da qualche leone da tastiera radical chic o dai semplificatori che arrivano fin lì, rivolte a una testata che non si è mai allineata ai cori populisti anti immigrati. E che ha sempre cercato di guardare dentro il fenomeno immigrazione. Conoscerlo, infatti, capirne le dinamiche è indispensabile e necessario, quanto e forse più dei rituali e delle feste di fine Ramadan allestiti di tanto in tanto dalle istituzioni.

 

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