Crocifisso nelle scuole né obbligatorio né discriminante. La Dirigente: la comunità scolastica decide in autonomia

A rispolverare la ricorrente questione del crocifisso nelle aule scolastiche è stata questa volta una decisione della Dirigente scolastica del Comprensivo Carpi Nord. Non di togliere, come si è letto dappertutto, ma di non ricollocare i croficissi rimossi dalle aule della media Focherini per permettere i lavori di ritinteggiatura. Tant'è che nelle aule degli altri ordini di scuola dello stesso Comprensivo, i crocifissi sono rimasti. La Dirigente avrà anche ideologizzato un po' troppo la questione (“La scuola non è una chiesa”), con questo esponendosi a critiche e comunicati delle forze politiche che non aspettano altro, ma sulla decisione finale ha rilasciato una dichiarazione inappuntabile: “Siamo una comunità scolastica – ha detto al Carlino –. Se i docenti o i genitori dovessero manifestare la necessità di affrontare il tema, lo faremo in Collegio Docenti, ma a oggi la questione non è ancora stata sollevata da docenti e famiglie”. Perché inappuntabile? Perché la sentenza della Corte di Cassazione del 2021 a cui fanno tutti riferimento ha stabilito che l'esposizione non è obbligatoria, ma non è di per sé discriminatoria verso chi non creda o pratichi altra religione. Di conseguenza non deve esserci alcuna imposizione, né in un senso o nell'altro: la comunità deve decidere in autonomia con un dialogo e un accordo fra le varie opinioni, seguendo e rispettando le diverse sensibilità. Ed è esattamente quello che si è riservata di fare la Dirigente. Tutto il resto è rumore o strumentalizzazione.