Lo spaccio, quel che c'è dietro e i maggiori controlli delle forze dell'ordine, mentre la politica continua a litigare

“Non si dovrebbe mai sottovalutare lo spaccio che a Carpi è più che mai fiorente ed è il vero carburante dei regolamenti di conti e di certe tensioni, non percepibili dalla popolazione, ma che allignano sotto la vita della comunità. Le forze dell'ordine sono perfettamente al corrente di tutto questo. Sanno che il fenomeno da almeno tre o quattro anni è in crescita esponenziale, conoscono i locali, sono perfettamente al corrente che non si parla più di droga dei ricchi e dei poveri, ma che circola di tutto e che vi contribuiscono anche soggetti che provengono da fuori città”. Questo scrivevamo l'1 gennaio scorso nella rubrica Filo di Voce, dal titolo “Dietro gli episodi criminosi, lo spaccio: uno scenario cittadino che ci si rifiuta di vedere nelle sue dimensioni”, dopo l'accoltellamento della vigilia di Natale sul sagrato del Duomo. Senza pretendere di essere stati un po' profeti, prendiamo semplicemente atto che da inizio anno i controlli, peraltro effettuati anche in precedenza, si sono intensificati e non passa giorno che Polizia e Carabinieri non informino di un territorio passato letteralmente al setaccio, a Carpi, ma non solo. Oltre all'ultimo blitz nel casolare con cinque fermi di immigrati senza permessi, c'è stata la segnalazione di un ventenne con marijuana sorpreso in un locale, dell'arresto di due tunisini, di altri due giovani, uno minorenne, trovati in possesso di piccole dosi di hashish. E da ultima è arrivata la notizia della chiusura del locale di viale Carducci, a conferma del fatto che tutti sapevano e che la Polizia lo teneva de tempo sotto osservazione. E' auspicabile che l'attenzione non si attenui, anche perché, come si è visto nel caso del blitz, l'organizzazione dello spaccio, sempre alla ricerca di disperati venditori "al minuto” disposti a rischiare l'arresto in cambio di qualche spicciolo, consente spesso di arrivare all'immigrazione irregolare. segue