Qualcuno è ancora capace di stupirsi nel vedere Roberto Benatti, presentato con la qualifica di ex consigliere comunale, ritratto davanti al monumento di Adolfo Lugli alla celebrazione della "Giornata della Libertà” insieme a figure istituzionali ancora in servizio come il Sindaco, il Presidente del Consiglio comunale e l'Assessore alla Cultura. Ma come? Non lo sapevate che a distinguerlo fra un altro centinaio o giù di lì di ex consiglieri comunali viventi c'è la sua indomita, personale e unica incarnazione dello spirito della Libertà? A dover scegliere nella affollata sequenza, appunto, di ex rappresentanti del popolo di Carpi nell'aula di palazzo Scacchetti, si troverebbe qualcuno più adatto di lui a interpretare gli animal spirits di Adam Smith, l'essenza stessa del liberismo più sfrenato nell'economia e del liberalismo più aperto in politica? Benatti, sotto questo profilo, è assurto a un valore simbolico. Per anni, dai banchi del Consiglio comunale, ha sventolato il vessillo dell'insofferenza a ogni limite, norma o restrizione imposte dall'occhiuto rigore post sovietico degli amministratori nostrani. E volevate che lasciasse solo a loro, agli eredi dello statalismo di marca Politburo, ai regolatori dei dehors e dell'altezza degli ombrelloni, ai limitatori degli Euro 4, ai dittatori dei raccoglitori domestici, ai facilitatori del controllo di vicinato, agli aperturisti dell'arrivo di migranti e agli estensori della Ztl: ecco, volevate che lasciasse proprio a costoro il monopolio della rappresentazione della Libertà senza confini, immortalata da quella breccia ricavata nel muro di Berlino? Finché ci sarà un briciolo di libertà, in questo Paese, da tutelare contro la sempre latente minaccia dei regolamenti e, quindi, del comunismo, ci sarà un Benatti a difenderla in quel lembo di terra che dà su via Bollitora. segue
