Glicini e languori

Se ci fosse ancora mia madre di certo si accorgerebbe che sono giù di morale. Non avrebbe neanche bisogno di chiedermi niente. E avrebbe sua strategia. Di certo telefonerebbe all’infermiere amico di famiglia e al dottore e, lei stessa, mi ordinerebbe una serie di punture addirittura endovenose di un qualche potente ricostituente. La zia Claudia, invece, mi inviterebbe al cinema o, ancora di più, a qualche gita speciale, lei sì che era quasi più aggiornata del FAI conoscendo posticini speciali di bellezza inusuale. A mio padre non direi nulla che a lui più di uno sguardo non era usanza lanciare. La Zoe, invece, mi farebbe le carte e interpreterebbe i segni del destino, assicurandomi una qualche via di uscita felice. Tutti quanti mi ripeterebbero l’antico mantra “tin a bota”. Così, mi capita, qualche volta, ma non va detto a nessuno, di alzare una mano e di cercare nell’aria il loro sostegno per rendermi conto che sono ancora felice e fortunata. 

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