Primo maggio e la banda

Ho appena finito di leggere due dei libri di Carpigiani che raccontano la loro vita attraverso la storia di Carpi. Il miracolo economico raccontato con foto e storie di personaggi, rivissuto attraverso lo stupore di quello che abbiamo potuto vivere tanti decenni fa. Nulla posso dire di critico visto che anche io, in fin dei conti, faccio la stessa cosa. Come se, per noi di qui, due cose coincidessero. Guardarsi indietro attraverso la storia locale, le cose che sono scomparse, il flusso della storia, e così facendo confermiamo la nostra personale identità, la nostra stessa storia.  Conosciamo noi stessi e ci perdoniamo. È destino, della vita nei paesi, il fatto che non si riesca a prescindere da quello che sappiamo di noi specchiandoci negli altri o, ancor meglio, facendo coincidere la nostra storia con quella delle pietre che calpestiamo. Pochi se ne sono andati e tra quei pochi cerchiamo quelli che si sono fatti una storia propria per riportare a loro quello che qui è restato.  Stupiti del loro tradimento e in attesa di un loro pentimento. 

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