La storia di A.C. (nostro lettore, di cui per motivi di privacy indichiamo solo le iniziali) è anche la storia di tanti piccoli proprietari carpigiani. E' per questo che la pubblichiamo, senza voler per questo fare di ogni erba un fascio e criminalizzare gli inquilini affittuari i quali, per fortuna, nella grande maggioranza sono persone puntuali e corrette. Ma, c'è sempre un ma e il nostro A.C. ci racconta un film già visto.
Di professione – spiega il nostro – faccio l'agricoltore e lavoro duro in campagna; a Carpi, per eredità o con miei risparmi personali, ho anche messo insieme un paio di unità immobiliari che ho affittato nel tempo a diversi inquilini. Avevo un appartamento libero e, su sollecitazione di diversi conoscenti e del parroco, mi sono persuaso ad affittarne uno ad una famiglia di stranieri bisognosa d'alloggio. "E' un bravo ragazzo, quello che ha chiesto l'appartamento – mi dicevano i conoscenti – ha un lavoro e si dà da fare". "E' una famiglia bisognosa – ha aggiunto il parroco, al quale mi ero rivolto per un consiglio – composta da padre, madre e due figli. Un'opera santa dare loro un alloggio. E poi sono persone corrette. Naturalmente non posso garantire nulla ma sembrano avere le carte in regola". Così ho redatto un regolare contratto d'affitto e ho dato loro le chiavi di casa. Non l'avessi mai fatto: il bravo ragazzo, pochi mesi dopo, ha perso il suo lavoro (non ne conosco i motivi) e sua moglie, che naturalmente non lavorava già prima e faceva la casalinga, ha aggiunto un terzo figlio alla famiglia. Hanno cominciato a non pagare l'affitto e, subito dopo, le spese condominiali e, infine, anche il gas che Aimag ha provveduto a piombare.