Da un cristiano ci si attende testimonianza autentica

L’annuncio di salvezza del Vangelo rivaluta la dignità della persona umana, le ridà il senso del suo valore, della bontà originaria del suo essere, l’autonomia e la pienezza del suo vivere, la responsabilità del suo agire, la fiducia nella sua capacità di amare, la ricchezza delle sue potenzialità, la capacità di gioire, di condividere nell’amicizia e nella fraternità, di ritrovare il senso della propria vocazione essenziale e ultima. Ciò dà la possibilità di affrontare positivamente anche le difficoltà, le contraddizioni, i dolori, i fraintendimenti, le angosce e le sofferenze che fanno parte della vita nel corso del tempo e delle stagioni della propria esistenza. Si cresce attraverso questa dialettica che dà senso complessivo al proprio passaggio nel mondo accanto a quanti la vita ci fa incontrare in relazioni arricchenti e feconde. A questo potrebbe portare una fede reale, intelligente, semplice ma forte, capace di dare alla nostra umanità una carica di vita sempre più in grado di cogliere il positivo e superare il negativo in una testimonianza personale limpida e matura che dà affidabilità e fiducia alle persone conosciute nei diversi ambiti di vita e di responsabilità. La forza del messaggio evangelico è tale che capovolge il nostro modo di vedere e di pensare: “Il bene non è più ciò che prescrive la legge, ma ciò che nasce dall’amore” (Leurens). Ecco perché da un cristiano si attende una testimonianza autentica che nasce da una esigenza interiore non già da una impostazione esterna, una testimonianza ricca di umanità e capace di fraternità, lievito nella pasta del mondo, sale che dà sapore.