Nel corso dell’ultimo mese abbiamo constatato per l’ennesima volta che i dati macroeconomici sono una delle componenti determinanti del trend dei mercati finanziari, sia per le azioni che per le obbligazioni e le valute, ma in fondo a tutto l’ultima parola spetta sempre al mercato, l’unico giudice di se stesso. Un mercato che naturalmente è del tutto asimmetrico dal punto di vista delle informazioni, anche se in teoria tutte le case d’investimento e tutti gli analisti hanno la possibilità di accedere alle medesime informazioni pubblicate, per cui è difficile trovare il più bravo in assoluto, perché in realtà non esiste. Il più bravo in assoluto è solo il mercato, che è composto da tutti gli operatori finanziari e che purtroppo viene manovrato da poche persone al mondo, uniche detentrici di informazioni rilevanti (da qui l’asimmetria informativa) e che corrispondo alle “mani forti”. So di trovare alcuni lettori in disaccordo, ma l’esperienza dimostra oggettivamente che l’unico modo per evitare di essere schiacciati dal mercato, ovviamente quando scende, è di assecondare il movimento iniziato proprio dalle mani forti che prima di tutti decidono a volte di vendere (inducendo la fase ribassista) e poi di comprare (inducendo la fase rialzista). Fatta questa premessa, alla domanda: “chi è in grado di conoscere dove e quando il mercato salirà?” l’unica risposta corretta è che nessuno potrà mai saperlo con certezza. Ma questo poco importa, perché la vera e unica certezza che sappiamo del mercato è che prima o poi prenderà una direzione ben precisa, rialzista o ribassista. Pertanto, l’aspetto interessante sta semplicemente nella ricerca dei punti di svolta significativi dei prezzi del mercato, in quanto sono in grado di individuare la nuova tendenza in atto e questo ti permette di stare fuori quando la tendenza è ribassista e di rimetterti dentro al mercato quando la tendenza ritornerà rialzista. Alcuni potrebbero giustamente obiettare che sia giusto stare sempre dentro al mercato, perché alla lunga tornerà a salire. Il mio pensiero è assolutamente contrario perché questo si scontrerebbe con la regola dell’efficienza dei risultati nel lungo termine, tra cui in primis l’assoluta incapacità di attutire la volatilità dei mercati di chi si ostina a starvi sempre dentro e a ogni costo. Questo è un modo per deresponsabilizzarsi dai rischi dei mercati perché in realtà non se ne conoscono le vere dinamiche di fondo. A comprare saremmo tutti bravi, mentre a gestire le oscillazioni, ovvero quello che si chiama tecnicamente “volatilità” (rischio) lo sono in molto pochi. Fatta questa premessa e dando uno sguardo all’andamento delle ultime settimane del nostro principale indice azionario ftsemib40, lo stato attuale denota un indice ancora in rimbalzo tecnico all’interno di una tendenza ancora ribassista, che si potrebbe tramutare in rialzista solo qualora le quotazioni dovessero rompere al rialzo la forte resistenza in area 24.000 punti e gli indicatori di forza interna dei prezzi tornare al rialzo.
29 Ottobre 2015
Borsa italiana verso la svolta?
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