Kalinka

E’ bastato che “Kalinka Boys” – riferito al gruppo  di dirigenti Pd che incrociarono le proprie  esistenze in quel locale prima di entrare in  carriera – affiorasse sulla copertina del libro di Werther  Cigarini, perché una definizione apparsa su questo  giornale una decina di anni fa e vissuta finora con  divertita indifferenza, scatenasse un bel po’ di risentimenti  nell’ambiente. Un ambiente, va spiegato, che  include tutte le sinistre, quella impossibile del partito  coincidente con l’Io e il mix eco-grillo-anarco-rocksocial-  chissenefrega: componenti di tutto rispetto che  nulla hanno a che fare con quanti, partiti da lì, sono  diventati sindaci o assessori. Sarebbe come – ci è stato  suggerito – se ai tempi in cui il Pci arruolava i suoi  quadri fra le maestranze della Lugli carrelli elevatori,  le nostrane officine Putilov, fosse stata inventata l’immagine  dei “Lugli Boys”: forse che i bravi operai addetti  alle linee se ne sarebbero adontati? Anzi, qualcuno  di loro sorrideva di quei politici passati dai torni alle  poltrone. A guardare alla sinistra bigotta e saccente di  oggi, viene davvero da rimpiangerla, la classe operaia.  

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€ Abbonati