Campi, Metacarpi del 21 giugno 2018

In via Montecarlo esiste l’unico campo da calcio  libero della città. Il sabato pomeriggio, da  anni e con qualunque condizione atmosferica  o situazione del terreno, vi si ritrovano diversi over 50  memori di epoche in cui si poteva giocare a pallone  anche nelle contrade. Di recente a loro si sono aggiunti  giovani maghrebini e neri. Insieme, danno vita a un torneo  che dura più di qualsiasi campionato europeo, con  due formazioni miste di vecchi e nuovi carpigiani che si  affrontano a colpi di 12 a 9, 6 a 3. eccetera. Mai uno zero  a zero, insomma. Si sono dati orari e regole, pagano con  una colletta lo sfalcio dell’erba, curano le porte, in un  perfetto clima di autogestione. Qualche giorno fa uno  degli atleti dopolavoristi nostrani lamentava che i sette/  otto africani solitamente presenti avevano dato forfait.  “Il che – osservava – ci obbliga ad accorciare il campo,  inventando una porta con le borse, altrimenti pochi e  non più giovani come siamo, senza i neri dovremmo  correre il doppio e rischieremmo il coccolone. Questo  – ci chiedeva – non le fa venire in mente qualche  cosa?”. Certo: l’Italia. E mica quella calcistica. 

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