Exodus rubrica Metacarpi Voce del 14 giugno 2018

Le notizie degli immigrati salvati dalla nave  Aquarius e bloccati dal neo ministro Salvini,  stanno suscitando sentimenti opposti. Di umana  pietas per i profughi stipati a bordo e indesiderati,  ma anche di orgogliosa condivisione di un gesto, per  una volta deciso e non compromissorio, dell’Italia. Di  protesta umanitaria contro una scelta che non distingue  e finisce per colpire anche persone fragili, donne  incinte e bambini, contravvenendo alle regole del soccorso  in mare, ma anche di insofferenza verso l’ipocrisia  delle cancellerie europee che, al riparo della lontananza  dalle rotte della disperazione, predicano diritti  d’asilo, ma si guardano bene dal farsi carico di quote  di accoglienza. Ma quando anche la Spagna “socialista”  che oggi ci sta impartendo una lezione umanitaria  rischierà di essere travolta come noi dai rigurgiti populisti,  e non ci saranno più porti accoglienti, si renderanno  conto nelle capitali del Nord che gli annegati  nel Mediterraneo saranno anche colpa loro? E che la  Libia e il corridoio sahariano debbono essere presi in  carico e senza secondi fini? 

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