Le notizie degli immigrati salvati dalla nave Aquarius e bloccati dal neo ministro Salvini, stanno suscitando sentimenti opposti. Di umana pietas per i profughi stipati a bordo e indesiderati, ma anche di orgogliosa condivisione di un gesto, per una volta deciso e non compromissorio, dell’Italia. Di protesta umanitaria contro una scelta che non distingue e finisce per colpire anche persone fragili, donne incinte e bambini, contravvenendo alle regole del soccorso in mare, ma anche di insofferenza verso l’ipocrisia delle cancellerie europee che, al riparo della lontananza dalle rotte della disperazione, predicano diritti d’asilo, ma si guardano bene dal farsi carico di quote di accoglienza. Ma quando anche la Spagna “socialista” che oggi ci sta impartendo una lezione umanitaria rischierà di essere travolta come noi dai rigurgiti populisti, e non ci saranno più porti accoglienti, si renderanno conto nelle capitali del Nord che gli annegati nel Mediterraneo saranno anche colpa loro? E che la Libia e il corridoio sahariano debbono essere presi in carico e senza secondi fini?
13 Giugno 2018
Exodus rubrica Metacarpi Voce del 14 giugno 2018
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